venerdì 25 novembre 2011

Puttana per lui




(continua da: "Sei la mia puttana")



La sera dopo, il marito di Giulia le telefonò a casa dall’ufficio, e le disse di prepararsi per andare a cena fuori. Giulia scelse un tailleur un po’ sobrio, e delle scarpe col tacco alto. Mentre guidava verso il ristorante, lui rimase in silenzio, accarezzandole distrattamente le cosce. Giulia era molto a disagio, sapeva che doveva sdebitarsi per quanto era successo la sera prima. Il silenzio scostante del marito la fece sentire ancora più a disagio.


L'auto non stava percorrendo la solita strada. Ad un certo punto il marito fermò l'auto in una strada male illuminata, e prese dal bagagliaio una busta con il marchio di una boutique. Porse a Giulia la busta e le disse: “Devi cambiarti”. La busta conteneva solo una maglietta aderente e scollata, e una mini gonna. Niente slip e reggiseno. Giulia indossava una raffinatissima lingerie nera, di pizzo. “Perché dovrei togliermi l’intimo?” gli chiese. Lui le disse solo: “Te lo spiegherò dopo”. Giulia dovette cambiarsi in macchina, facendo attenzione a non sciupare la gonna del tailleur, e dimenandosi per infilarsi la mini gonna. Quella strada non era poi cosí isolata, e Giulia dovette cambiarsi sotto lo sguardo indiscreto di alcuni passanti.

Dopo che Giulia si fu cambiata, il suo viso era rigato dalle lacrime. Sicuramente lui poteva vederle brillare, anche nella luce fioca che mandava la plafoniera dell’auto. Giulia avrebbe voluto essere abbracciata. Lui estrasse il cazzo dai pantaloni, e le disse di succhiarlo. Giulia restò resto impietrita. Dopo un tempo che le parve lunghissimo, Giulia si chinò su di lui, reprimendo un singhiozzo. “Aspetta” disse lui, e le porse un profilattico. “Mi hai preso per una puttana?” gridò Giulia. Lui la schiaffeggiò. Giulia aprì singhiozzando la confezione, che conteneva un profilattico di un vistoso color rosa fragola, ovviamente aromatizzato alla fragola. Non le fu difficile infilare il profilattico sul cazzo di suo marito: era già duro. Giulia capì che diversi passanti potevano intuire quello che lei stava facendo, con le mani tra le gambe di quell'uomo seduto al volante. Giulia fu quasi felice di chinarsi su di lui, per prendere in bocca il suo cazzo: almeno nessuno l’avrebbe vista in viso. Ma il suo sedere era poggiato di traverso sul sedile, fin troppo visibile attraverso il finestrino dell'auto.

Il marito mise una mano sulla nuca di Giulia, per accompagnare i suoi movimenti, e l’altra tra le sue natiche. Poi le sollevò la gonna, solo dietro, e fece scorrere le sue dita fino alla sua fica. Era già bagnata. Ogni tanto Giulia sentiva dei passi frettolosi lungo la strada. I passi rallentavano in corrispondenza della loro auto, per poi riprendere il loro ritmo. Giulia sapeva che i passanti rallentavano proprio per vedere ció che lei stava facendo. Intanto il marito accarezzava e dilatava le natiche di Giulia, infilando le dita nella sua fica ora calda e scivolosa. Il pensiero che qualcuno potesse vedere ció che il marito le stava facendo con la mano la eccitava, inutile negarlo. Dal rumore dei passi che echeggiavano lungo la strada, Giulia potè contare diversi passanti: una donna frettolosa, con i tacchi alti, una coppia, un uomo dal passo un pò strascicato … Giulia smise di contare. Ora si sentiva un gruppo di persone che si avvicinavano  chiacchierando, e che ammutolirono proprio vicino alla loro auto … Giulia provava vergogna, ma anche piacere. Un piacere sottile, indefinibile. Il clitoride le pulsava.

Ad un certo punto il marito afferrò i capelli di Giulia sulla nuca e le sollevò il viso, ancora rigato di lacrime, indicandole il finestrino dell’auto. C’era un uomo che li stava guardando. Il marito di Giulia le disse: “Non preoccuparti, è un mio amico”. L’uomo si avvicinò all’auto, con un sorriso mellifluo, fino a fermarsi a pochi centimetri dal finestrino. “Ora continua, non badare a lui”, le disse il marito. Giulia dovette riprendere in bocca  il suo cazzo sotto lo sguardo di quello sconosciuto. Le dita del marito tornarono dentro la fica di Giulia, sempre piú calda e pulsante. Ogni tanto, il marito afferrava Giulia per i capelli, sollevava lentamente il suo viso dal cazzo eretto, e faceva in modo che lei vedesse lo sconosciuto che li stava osservando dietro il finestrino dell'auto. Per poi tornare a spingere il suo viso in giù, fino in fondo. Fino a che le labbra di Giulia non gli sfioravano le palle.

Il marito venne dentro la bocca di Giulia, dopo averla goduta fino in fondo. Quando ebbe finito, scese dall’auto, lasciando lo sportello aperto, e al suo posto si sedette lo sconosciuto che prima li stava osservando. “Ora tocca a lui”, le disse il marito. L’uomo estrasse il cazzo dai pantaloni e guardò Giulia, restando in attesa. 






25 Novembre 2011

Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne




Masochiste?
 Sì, ma solo per gioco, per piacere e per libera scelta.


giovedì 24 novembre 2011

Sei la mia puttana





Tutto era cominciato per caso, quando suo marito aveva sopreso Giulia mentre si toccava davanti al computer, guardando foto porno. Giulia non sapeva da quanto tempo suo marito era lì, pochi passi dietro di lei. Non sapeva da quanto tempo lui la stava guardando. Sullo schermo del computer c’era l’immagine di una pornostar che succhiava un cazzo enorme, sorridendo in modo ammiccante alla fotocamera.
Quando Giulia si accorse di lui, quando vide il riflesso familiare del suo viso sullo schermo del computer, era troppo tardi: stava gemendo di piacere, con la camicia da notte sollevata, arrotolata fino ai fianchi, ed una mano tra le cosce. Con l’altra mano, si stava accarezzando i capezzoli. Le sue mutandine erano posate sulla scrivania, vicino allo schermo del computer. Giulia venne lo stesso, dimenando anche i fianchi, guardando il viso del marito riflesso sullo schermo del computer, su quel cazzo enorme. Giulia venne senza ritegno. Gemendo e dimenandosi. Come una troia.
Ora Giulia avrebbe voluto andare in bagno. Ma invece rimase come inebetita, con gli occhi bassi, davanti allo schermo del computer. Non sapeva cosa fare, si vergognava come una bambina. Aveva la pelle sudata, il viso rosso di piacere e di vergogna. Lui si avvicinò fino a a pochi centimetri da lei. Fino a frapporsi tra lei e lo schermo del computer. Poteva sentire il suo odore. Giulia rimase immobile. Poi sentì il sesso di suo marito, già eretto, premerle contro la bocca. E le sue mani afferrarle i capelli sulla nuca. Giulia si limitò a socchiudere un po’ la bocca. Lui fece tutto il resto, senza dire una parola. Giulia non l’aveva mai sentito così duro. Lui usò la bocca di Giulia senza ritegno, senza rispetto, come non aveva mai fatto. Spingendole il cazzo fino in gola. Togliendole il respiro. Giulia si limitò a gemere e a tentare di respingerlo in modo un po’ goffo, restando inerte, come una bambola di pezza. Pensò che con la saliva gli avrebbe sporcato i pantaloni, che avrebbe dovuto smacchiarli prima di portarli in lavanderia per lavarli a secco. Ma quando lui le sussurrò all’orecchio che era una puttana, Giulia provò un brivido di piacere. Niente di vistoso, solo un brivido. Lui le si accostò ancora di più, e Giulia sentì della saliva colare dal suo mento. Gli avrebbe sporcato i pantaloni. Lui ordinò a Giulia di allargare di più le cosce, e le si avvicinò ancora, premendole le mani contro la nuca. Giulia sentì un’ondata di piacere. Ora la sua fica colando. Avrebbe bagnato la sedia sotto di lei. Giulia non era mai stata scopata così, come una puttana. Dovette ingoiare quel cazzo per intero, fino alle palle. Quasi non riusciva a respirare. Dovette trattenersi per non vomitare. Intanto i capezzoli di Giulia, duri e sensibili, sfioravano la stoffa dei pantaloni del marito. E ogni contatto le dava un brivido. Quando lui venne, Giulia temette di soffocare. Lei lo accolse in silenzio, maledicendo quella maledetta pornostar succhiacazzi che l’aveva messa in quella situazione. La pornostar sorrideva, sempre ammiccante, sullo schermo del computer, anche se ora Giulia non poteva vederla (il suo viso era schiacciato sul pube di suo marito). Quando lui ebbe finito, ordinò a Giulia di succhiargli per bene il cazzo, per ripulirlo. Giulia provò un brivido di piacere. Eseguì docilmente, appoggiandosi su di lui, sfiorandolo con i seni, con la schiena leggermente inarcata in avanti, stringendo leggermente le sue gambe tra le cosce. Lui le sussurrò dolcemente all'orecchio: "Sei la mia puttana". Giulia annuì. Sotto la sua fica, sulla sedia, c'era una piccola pozza di umori.


(continua con "Puttana per lui")


(Solo Immagini): Devi metterci più passione


Sei la mia puttana





Tutto era cominciato per caso, quando suo marito aveva sopreso Giulia mentre si toccava davanti al computer, guardando foto porno. Giulia non sapeva da quanto tempo suo marito era lì, pochi passi dietro di lei. Non sapeva da quanto tempo lui la stava guardando. Sullo schermo del computer c’era l’immagine di una pornostar che succhiava un cazzo enorme, sorridendo in modo ammiccante alla fotocamera.
Quando Giulia si accorse di lui, quando vide il riflesso familiare del suo viso sullo schermo del computer, era troppo tardi: stava gemendo di piacere, con la camicia da notte sollevata, arrotolata fino ai fianchi, ed una mano tra le cosce. Con l’altra mano, si stava accarezzando i capezzoli. Le sue mutandine erano posate sulla scrivania, vicino allo schermo del computer. Giulia venne lo stesso, dimenando anche i fianchi, guardando il viso del marito riflesso sullo schermo del computer, su quel cazzo enorme. Giulia venne senza ritegno. Gemendo e dimenandosi. Come una troia.
Ora Giulia avrebbe voluto andare in bagno. Ma invece rimase come inebetita, con gli occhi bassi, davanti allo schermo del computer. Non sapeva cosa fare, si vergognava come una bambina. Aveva la pelle sudata, il viso rosso di piacere e di vergogna. Lui si avvicinò fino a a pochi centimetri da lei. Fino a frapporsi tra lei e lo schermo del computer. Poteva sentire il suo odore. Giulia rimase immobile. Poi sentì il sesso di suo marito, già eretto, premerle contro la bocca. E le sue mani afferrarle i capelli sulla nuca. Giulia si limitò a socchiudere un po’ la bocca. Lui fece tutto il resto, senza dire una parola. Giulia non l’aveva mai sentito così duro. Lui usò la bocca di Giulia senza ritegno, senza rispetto, come non aveva mai fatto. Spingendole il cazzo fino in gola. Togliendole il respiro. Giulia si limitò a gemere e a tentare di respingerlo in modo un po’ goffo, restando inerte, come una bambola di pezza. Pensò che con la saliva gli avrebbe sporcato i pantaloni, che avrebbe dovuto smacchiarli prima di portarli in lavanderia per lavarli a secco. Ma quando lui le sussurrò all’orecchio che era una puttana, Giulia provò un brivido di piacere. Niente di vistoso, solo un brivido. Lui le si accostò ancora di più, e Giulia sentì della saliva colare dal suo mento. Gli avrebbe sporcato i pantaloni. Lui ordinò a Giulia di allargare di più le cosce, e le si avvicinò ancora, premendole le mani contro la nuca. Giulia sentì un’ondata di piacere. Ora la sua fica colando. Avrebbe bagnato la sedia sotto di lei. Giulia non era mai stata scopata così, come una puttana. Dovette ingoiare quel cazzo per intero, fino alle palle. Quasi non riusciva a respirare. Dovette trattenersi per non vomitare. Intanto i capezzoli di Giulia, duri e sensibili, sfioravano la stoffa dei pantaloni del marito. E ogni contatto le dava un brivido. Quando lui venne, Giulia temette di soffocare. Lei lo accolse in silenzio, maledicendo quella maledetta pornostar succhiacazzi che l’aveva messa in quella situazione. La pornostar sorrideva, sempre ammiccante, sullo schermo del computer, anche se ora Giulia non poteva vederla (il suo viso era schiacciato sul pube di suo marito). Quando lui ebbe finito, ordinò a Giulia di succhiargli per bene il cazzo, per ripulirlo. Giulia provò un brivido di piacere. Eseguì docilmente, appoggiandosi su di lui, sfiorandolo con i seni, con la schiena leggermente inarcata in avanti, stringendo leggermente le sue gambe tra le cosce. Lui le sussurrò dolcemente all'orecchio: "Sei la mia puttana". Giulia annuì. Sotto la sua fica, sulla sedia, c'era una piccola pozza di umori.


(continua con "Puttana per lui")


lunedì 21 novembre 2011

Il collare di Eva

(continua da: "Il risveglio di Anna").
L'uomo avvicinò il suo cazzo duro alla bocca di Anna. Lei si inginocchiò e cominciò a leccarlo, voluttuosamente. Aveva un buon sapore. Anna si chiese quanti uomini avrebbe soddisfatto prima di sera. Ripensò al cazzo del suo padrone, a come quella sera lui l'avrebbe aperta dietro, a quanto lei avrebbe goduto. La sua fica si stava già bagnando ...
Al primo uomo se ne aggiunse un secondo. Anna restò in ginocchio, dividendosi tra i due uomini, cercando di soddisfarli al meglio con la bocca e con le mani. Anna sapeva che il suo padrone sarebbe stato felice di lei, della sua bravura. Ma lui sarebbe arrivato solo quella sera, per aprirla dietro, per godere di lei dove era più stretta. Ora Anna sentiva la sua fica calda, pulsante di piacere. Si sentiva una vera vacca. Ed era felice di esserlo. Mentre uno dei due uomini veniva nella bocca di Anna, impastandole i seni con le mani, l'altro si mise di lato e le strofinò per un attimo la punta del sesso bagnata di saliva sulla guancia, poi il suo sperma schizzò sul viso di Anna. Anna si ripulì velocemente il viso con la mano (un filo di sperma le rimase tra i capelli) e continuò a succhiare voluttuosamente i sessi dei due uomini, fino a che essi non furono completamente soddisfatti. Anna sentì il cazzo di un altro uomo, già duro e pulsante, sfiorarle il viso. L'uomo le spinse con rudezza la schiena in avanti, ed Anna si trovò carponi, con le mani e le ginocchia sulla paglia del suo giaciglio. L'uomo le allargò le cosce con forza e la prese da dietro. Il suo cazzo entrò nella fica di Anna, già aperta e bagnata, come nel burro fuso. Non impiegò molto a riempirla di sperma. Anna provò dei brividi di piacere quando sentì l'uomo venire dentro di lei. Poi dovette ripulirlo con la bocca, mentre il suo sperma le colava lentamente tra le cosce. Prima di sera, Anna aveva soddisfatto diversi uomini. Non aveva che la paglia del suo giaciglio per ripulirsi: il suo viso, i suoi capelli e il suo sesso erano impiastricciati di sperma. Fu così che il suo padrone la trovò quella sera. Quando lo vide, Anna andò verso di lui, guardandolo fisso negli occhi, poi si inginocchiò, estrasse il suo cazzo dai pantaloni, e cominciò a succhiarlo con dedizione. Con amore. Il suo padrone le annunciò che, da quella sera, lei avrebbe avuto un nuovo nome: Eva. Eva indossò con gioia il collare che il suo padrone aveva portato per lei. Sul collare c'erano una targhetta in argento con il suo nuovo nome, ed un piccolo campanellino in argento. Eva leccò le dita del padrone con gratitudine. Poi lui la guidò verso un tavolino basso e la fece piegare in avanti. Le sue dita entrarono facilmente nel sesso di Eva, dove lei era calda e bagnata. Eva gemette di piacere sentendo le dita del suo padrone entrare dentro di lei. Poi sentì quelle dita farsi strada dietro, dove lei era più stretta, usando solo un pò di saliva per lubrificarla. E provò un brivido. Il padrone giocherellò un pò con Eva, sculacciandola, allargando le sue natiche, mostrando le sue parti più intime agli uomini e alle donne ospiti della casa. Eva era rossa di vergogna. Eppure, sentire le mani del suo padrone che la palpavano, la aprivano, come se fosse una vacca, le dava un inspiegabile senso di orgoglio. Eva provò un brivido di piacere quando il suo padrone la sculacciò leggermente, chiamandola "la mia vacca". Il padrone ordinò ad uno degli uomini di tenere ben aperte le natiche di Eva prima di sodomizzarla. Quando il cazzo del suo padrone entrò bruscamente dentro di lei, Eva gridò di dolore. Le sue grida furono soffocate dal cazzo duro e caldo di un altro uomo, che la riempì fino alla gola. Lei dovette soddisfarlo. Il padrone continuò a lungo ad impalare Eva, senza pietà, tenendola per i fianchi, per le spalle, o per i seni. All'inizio il cazzo del padrone usciva da lei per qualche attimo, dandole un pò di respiro, per poi rientrare con forza. Ogni volta che quel cazzo entrava, Eva poteva sentire distintamente il glande, largo e tozzo, che la apriva fin quasi a spaccarla, poi l'asta, che si stringeva alla base, dandole un pò di tregua quando era tutto dentro. A volte Eva sentiva anche le dita di un altro uomo entrare dentro di lei, nella sua fica, fino in fondo, fino all'utero, e vibrare. Questo era solo piacere, piacere puro. Lentamente al dolore si aggiunse il piacere, un piacere indefinibile. Eva godeva ad essere aperta, sfondata, davanti e di dietro. Eva prese a desiderare che il cazzo del suo padrone fosse tutto dentro di lei, che la riempisse, che la sfondasse. Eva gemette quando il suo padrone la chiamò ancora "vacca", torcendole i seni ritmicamente, sussurrandole nell'orecchio che sapeva quanto le piaceva essere sfondata. Il padrone impiegò molto tempo prima di venire, facendo tintinnare ritmicamente il campanellino del collare di Eva ogni volta che la sbatteva. Nel frattempo, lei dovette soddisfare diversi uomini con la bocca. E diversi uomini infilarono le dita nella sua vagina, fino in fondo, facendola godere. Quanti uomini? Quante dita? Eva non lo sapeva. La sua fica era calda, aperta, pulsante. Eva gemette quando finalmente sentì lo sperma del padrone che la riempiva. In quel momento lui la teneva forte per le spalle. Eva poteva sentire il suo cazzo pulsare dentro. Dentro di lei. Eva si spinse all'indietro, per schiacciarsi contro di lui, per farlo godere meglio. Poi ebbe un orgasmo. Quando il padrone ebbe finito, Eva gli leccò le dita, felice di averlo fatto godere. Lui le offrì il suo cazzo da succhiare. Eva lo prese in bocca, avidamente.


(continua con: "Una vacca perfetta")
 



sabato 15 ottobre 2011

Donne che si bagnano troppo



Marina si bagna molto quando faccio l'amore con lei.  Mi basta succhiarle i capezzoli per qualche minuto, giocare un pò con la lingua, mordicchiarla leggermente quando i suoi capezzoli diventano duri, per sentire la sua fica allagarsi sotto le mie dita. Non so perchè si eccita così. Forse è perchè le ho detto che mi sarebbe piaciuto incularla, e lei mi ha detto di no, che le faceva male. Forse è perchè quando comincia  a bagnarsi io estraggo il cazzo molto lentamente dalla sua fica, aspetto che le sue labbra si richiudano, ed entro, molto , molto lentamente, per poi uscire di nuovo. Lei contrae leggermente la fica e mi guarda fisso ogni volta che entro dentro di lei. Mi piace da morire sentire le sue piccole labbra che si schiudono per far entrare la mia cappella. Quando la bacio sul collo e le dico che è molto bella, Marina mi guarda fisso, sorridendo, e si bagna ancora di più. L'ultima volta che abbiamo fatto l'amore nella mia auto, sul sedile, sotto il suo sesso, ha lasciato una piccola macchia umida. Di desiderio.


martedì 13 settembre 2011

Storie di donne sodomizzate: S.


Io sono uno che arriva sempre in ritardo, soprattutto con le donne. Avevo più di vent'anni quando ha fatto l'amore per la prima volta. Avevo più di trent'anni quando ho sodomizzato la mia prima donna. Era una ragazza bellissima, si chiamava S. . Faceva la prostituta.

La prima volta che vidi S., al bordo di una strada di periferia, mi innamorai di lei. Il mio cuore batteva forte quando mi fermai a parlare con lei. Diventai un suo cliente. Tremavo di desiderio tutte le volte che andavo a cercarla. Col tempo capii che il suo cuore era di un altro, e non sarebbe mai stato mio. Ma il suo corpo ...  il suo corpo poteva essere mio, anche se solo per qualche manciata di minuti. 

S. era una donna alta, snella, con un corpo da cerbiatta, che sapeva bene come valorizzare. Vestiva sempre con gonne corte, ma non cortissime, e con tacchi alti, che enfatizzavano le sue gambe lunghissime, ed il suo corpo da modella. S. lavorava di giorno, lungo una delle tante strade della campagna romana. Una strada a tratti bellissima, piena di scorci suggestivi: il verde dei campi che diventava giallo intenso a primavera inoltrata, i ruderi di vecchi casali, i resti degli acquedotti romani ... In passato, S. aveva lavorato di notte, lungo una strada molto trafficata, dove le ragazze erano esposte sotto le luci dei lampioni, come oggetti in vetrina, a pochi metri una dall'altra. Poi S. aveva cominciato a odiare la notte, e aveva scelto di guadagnare di meno, ma lavorando di giorno, in mezzo al verde. Potevo capirla.

Qualche volta, nei pomeriggi di primavera, quando la campagna romana era rigogliosa di verde, andavo a cercare S. nella stradina di periferia dove lavorava. S. era così alta che per lei era difficile sapere dove mettere le gambe quando si sdraiava in posizione ginecologica sul sedile del passeggero della mia utilitaria. S. si annoiava quando la scopavo, si vedeva che pensava ad altro. Me lo faceva capire in mille modi: a volte col piede azionava "per sbaglio" il tergicristallo dell'auto, a volte dava un colpetto sul clacson. Con me, S. trovava molto più eccitante parlare del prezzo degli affitti a Roma, o del fatto che avrebbe voluto comprare una lavatrice, piuttosto che di sesso. S. aveva un fica piccola, da bambina, un pò troppo stretta per il mio cazzo, nonostante lei la lubrificasse con l'apposito gel. Le sue piccole labbra, di un rosa molto chiaro, erano appena accennate. Quando una volta la accusai di essere un pò frigida, lei si offese: "Non è vero. Con il mio uomo io non mi bagno, mi allago. Ma solo con il mio uomo. E ora sbrigati ma fai piano, per favore". E guardò sdegnata fuori dal finestrino mentre io continuavo a sbatterla. S. sapeva come umiliare un uomo. Ma S. mi piaceva, mi piaceva molto, e non provai a cercare altre ragazze. Nonostante tutto, mi piaceva sbattere S. mentre lei guardava fuori dal finestrino, con lo sguardo un pò trasognato, o si divertiva a spostare col piede lo specchietto retrovisore.

Un pomeriggio, fu S. a propormi di usare il suo culo, mentre la stavo tormentando, o forse solo annoiando, sbattendola mentre era sdraiata sul sedile della mia auto. Accettai la sua proposta con entusiasmo, e lei si lubrificò subito il buchetto con l'apposito gel.

...

(continua)

(Solo un'immagine): Posso toccarmi ora?









domenica 11 settembre 2011

Pauline Reage e Paola C.: donne che amavano soffrire




Sir Stephen, il padrone di O, non è mai esistito: è solo un personaggio letterario. Sir Stephen è stato creato da Pauline Reage, l'autrice di Histoire d'O. O accetta, per amore, di diventare la schiava di Sir Stephen: viene frustata, marchiata a fuoco, ridotta a un puro oggetto di piacere. O è orgogliosa di essere ciò che è. Ma infine ritrova la libertà: nel seguito di Historie d'O, "Ritorno a Roissy", Sir Stephen viene coinvolto in un omicidio, ricercato dalla polizia, e costretto a lasciare il paese. O è libera.

O, l'eroina creata da Pauline Reage, incarna al meglio le pulsioni masochistiche che spingono alcune donne a cercare l'autoannullamento. O, alla fine, si salva, ed è libera. Ma O è un personaggio letterario. Paola C., invece, era un donna reale. Paola C. era in viaggio, alla ricerca di sè stessa, nel mondo del sesso bdsm. Sono sicuro che Paola C. fosse una donna pura, come O. Purtroppo Paola C. non si è salvata. Paola C. è stata vittima di un tragico gioco bdsm finito male. Pace all'anima sua.




sabato 10 settembre 2011

(Solo un'immagine): Lacrime

(Solo un'immagine): Usami








(Solo un'immagine): Guardami

Alla ricerca del Punto G

Il "Punto G" ("Grafenberg Point") corrisponde, nella figura, alla zona toccata dalle punte delle dita dell'uomo all'interno della vagina della donna. Il "Punto G" è una zona, più che un punto, che si trova nella parete anteriore della vagina, a circa un terzo della sua lunghezza. Non è detto che tutte le donne siano sensibili allo stesso modo, ma a molte piace essere stimolate nella zona del "Punto G". Ogni donna può (anzi dovrebbe) cercare il suo "Punto G" da sola, ma avere un partner (o una partner) che lo faccia per lei può essere divertente. Ecco alcune indicazioni:
  • la donna dev'essere già ben eccitata, con la vagina lubrificata e il clitoride sensibile alle carezze;
  • l'uomo deve lubrificare bene le dita, con la saliva oppure con un gel lubrificante, e introdurle delicatamente nella vagina, mettendole come nella figura, e toccando con indice e anulare la zona del punto G (cioè la zona anteriore della vagina, dietro l'osso pubico); anulare e mignolo restano fuori dalla vagina, mentre il pollice è sul clitoride;
  • l'uomo deve far vibrare leggermente indice e anulare in modo che la punta delle dita massaggi il "Punto G"; indice e anulare si devono aprire e chiudere leggermente, come quando si fa "ciao"; il pollice deve restare fermo in corrispondenza del clitoride;
  • il movimento deve essere molto delicato e leggero: bisogna solo far vibrare le le dita, senza muoverle su e giù, perchè la vagina è estremamente sensibile e si rischiano delle irritazioni; nello stesso tempo, il ritmo della vibrazione deve'essere veloce, come quello di un vibratore;
  • non è detto che questo tipo di massaggio piaccia a tutte, e molto dipende dall'uomo, dalla sua abilità manuale; se la tecnica funziona, la donna ansima di piacere al ritmo delle dita, e la sua vagina si lubrifica ancora di più; se questo non succede entro uno-due minuti, non insistere: potreste anche farle male.
Alcune informazioni su come raggiungere il "Punto G" sono state prese da questo video (in inglese):

(Solo un'immagine): Succhiamelo

martedì 23 agosto 2011

Hentai: donne che sognano di essere bambine

I fumetti Hentai sono fumetti porno giapponesi (in giapponese, Hentai vuol dire "pervertito"). Alcune donne amano gli Hentai, e li preferiscono alle foto porno esplicite, perchè lasciano molto spazio alla fantasia. Nel mondo virtuale degli Hentai, tutti (uomini e donne) sono belli e giovani, e tutto (anche essere costrette a far sesso con uno sconosciuto) sembra molto eccitante. Spesso i fumetti Hentai rappresentano donne giovanissime in situazioni perverse e umilianti, ma col sesso visibilmente bagnato, come  se, al di là delle apparenze, fossero molto eccitate di vivere quelle situazioni.






Farlo con bellissimo sconosciuto. L'uomo è sotto, in una posizione di sottomissione. Il suo viso è in secondo piano, appena accennato, e i suoi occhi non si vedono. In primo piano c'è solo il sesso dell'uomo, mentre  sta venendo dentro la donna. Il viso della donna è, al contrario di quello dell'uomo, molto ben disegnato, con grandi occhi verdi. La donna guarda i lettori con aria di complicità, e sembra che stia godendo molto.

      




Completa sottomissione. Qui la ragazza è carponi, completamente sottomessa ed aperta per l'uomo. L'espressione della ragazza è indecifrabile, il viso dell'uomo è fuori campo: c'è molto spazio per la fantasia.





Consapevolezza. Anche qui l'espressione della ragazza è indecifrabile. Ma sembra molto concentrata, e molto consapevole di quello che sta provando.






In ginocchio per lui. Notare l'espressione trasognata.






Totale disponibilità. La ragazza indossa una uniforme da cameriera con tanto di grembiulino bianco (un classico dei fumetti Hentai) ma niente mutandine. E sembra pronta ad obbedire agli ordini del suo padrone. 


 



Seconda puntata. Ora la ragazza è un'altra (questa ha i capelli verdi) ma questa vignetta potrebbe essere la seconda puntata di quella precedente. 




Con due uomini. Ora la ragazza ha lunghissimi capelli blu, gli uomini sono due, e lei sembra molto concentrata sul suo compito. 






Usata e umiliata. Sembra che questa cameriera abbia dovuto soddisfare diversi uomini in cucina, senza avere il tempo di ripulirsi prima di rimettersi le mutandine. Ora è troppo tardi: sta servendo al tavolo con un vassoio in mano, mentre lo sperma cola tra le sue gambe ... che umiliazione!





Con il plugin sotto il vestito. Questa cameriera, invece, indossa un plugin sotto il vestito, e sembra orgogliosa di mostrarsi al suo padrone per l'ispezione.






Usata anche dietro. Sullo sfondo vediamo dei raccoglitori da ufficio. Sembra che questa segretaria sia stata costretta a soddisfare le voglie del suo capo, senza neanche avere il tempo di togliersi le mutandine. E con la sua apertura più stretta. Le farà male, dopo?    







Fantasy. Qui siamo in piena atmosfera fantasy. Questa ragazza indossa un'armatura, ma ha dei punti deboli. Ed ha deciso di cedere a qualcuno. Forse ad un bel cavaliere.





Esibizionismo femminile. Questo manga è pensato per un pubblico femminile: i maschi preferiscono immagini più esplicite. Sembra che questa ragazza non veda l'ora di sapere se al suo uomo piace l'intimo che ha appena comprato per lui.
 






Perversioni femminili. Qui siamo in piena perversione femminile: questa bellissima ragazza ammanettata, vestita solo con l'intimo, non può opporsi alle carezze di diversi uomini sconosciuti. Ma forse non vuole farlo.







Toccarsi con gli Hentai. Il viso di questa ragazza, la sua espressione un pò sofferente, sembrano molto realistici. La pozza di liquido sotto il suo sesso, invece, è un pò esagerata. Ma dopotutto questa è una caratteristica degli Hentai.










Toccarsi sotto le mutandine. Toccarsi sotto le mutandine, indossando un corpetto molto stretto che quasi toglie il respiro. Negli Hentai, sembra il sogno di molte ragazze.





Toccarsi in bagno, con la paura di essere scoperte. Molte ragazze hanno cominciato così. Forse non solo negli Hentai.



lunedì 15 agosto 2011

Buon Ferragosto a tutte!




Buon Ferragosto a tutte ...

che siate sole o che abbiate un uomo,
che siate sante o che siate porche,
che siate bagnate o che siate annoiate,
che siate tristi o che siate felici,
che vi piaccia toccarvi da sole o che preferiate un vibratore,

l'importante è che ... godiate ... un buon Ferragosto ...

giovedì 11 agosto 2011

Un tributo alla Dea







Amo sognare il Culo della Dea.

Amo sognare la Dea che mi guarda fisso negli occhi, con sicurezza, mentre piscia davanti a me, prima di essere scopata. Il mio cazzo si gonfia di desiderio per lei, nell'attesa. Poi, la bocca della Dea accoglie il mio cazzo, e lo bacia con perizia, prima di offrire altre parti del suo corpo al mio piacere ...

Amo sognare la Dea che si piega leggermente in avanti, si apre per me, e mi offre il suo sesso umido e caldo, inarcandosi. Io la userò prima lentamente, godendola con calma, poi con forza, serrandole i fianchi tra le mani, fino a che il mio seme non sgorgherà dentro di lei.  
       



lunedì 1 agosto 2011

Sex and Google: le parole più "calde" del mio blog



L'obiettivo di questo blog è molto ambizioso: far eccitare le donne. Le donne non sono obiettivi facili, neanche sul Web. Le donne sono spesso difficili, sfuggenti. Anche sul Web. Certo, il mio blog ha fatto bagnare un bel pò di mutandine, ma ha anche fatto eccitare molti maschietti. Non è facile capire se chi arriva sul mio blog con una ricerca su Google è una donna alla ricerca di orgasmi perversi, o un uomo alla ricerca di foto pornografiche. Non è facile, ma io ci provo. Ecco alcune delle ricerche Google più "stimolanti" tra quelle che vi hanno portato al mio blog.

Queste sono le ricerche Google di oggi, ancora "calde calde".

  • Sperma su ... Bello, ma "su" dove?  Forse non lo saprò mai ... peccato ... ma secondo me sei una Lei ...
  • fino in gola ... Fino in gola ... Ah, ora ho capito: sei quella della ricerca precedente. Sai che mi piaci? Che fai stasera?
  • cappuccio clito ... Mi piace questa ricerca. Ti serve una consulenza ginecologica? Problemi clitoridei? Non sono un medico, ma se vuoi, io sono qui ...
  • a pecorina per ispezione porno ... Probabilmente non sei una donna, ma ... se per caso sei una donna, sappi che mi piaci tanto tanto ...

Queste sono le ricerche Google più interessanti dell'ultima settimana.

  • cunningulus ... Se sei una Lei ... brava, fai bene a documentarti: hai tutto il diritto a prenderti il tuo piacere. Anzi, se ti serve una bella leccata, io sono qui ...
  • sodomizzata ... Ecco, così mi piaci. Forse i tuoi sono solo desideri segreti, magari ti vergogni a parlarne con il tuo uomo? Non preoccuparti: io sono qui per te ...
  • fellatio ... Se sei una Lei, complimenti: hai ottimi gusti. Spero che le immagini del mio blog siano di tuo gradimento ... ;-)
  • "ho i capezzoli duri" "ho voglia" ... Sai, mi piaci ... mi piaci sempre di più ...



E infine ecco i "classici": le ricerche Google più interessanti del mese.

  • Racconti BDSM ... Potresti essere un Lui, ma probabilmente sei una Lei ... so quanto le donne amano le parole ... complimenti per aver scelto il mio blog!
  • Immagini BDSM ... Forse sei un Lui, ma spero che tu sia  una Lei ... e, se sei una Lei, spero che le immagini che ho scelto per te siano di tuo gusto ...
  • mutandine bagnate ... temo che non ci siano dubbi: sei un Lui ... ma dopotutto un pò di feticismo non guasta ...




Eros e parole ... le donne amano le parole, le donne amano le storie, le donne amano le storie perverse ... le donne sono perverse ... ed io amo le donne perverse ...

Buona lettura!