lunedì 30 luglio 2012

L'uccello del Sir è in cerca di nuove passere ...

Donne, non lasciate che l'Uccello del Sir resti a corto di passere: sarebbe un vero peccato!

Mandate foto (delle vostre passere, dei vostri sederi, delle vostre tette e di quelle delle vostre amiche)  e idee per un nuovo racconto erotico o bdsm a: sir-stephen@live.it


 






venerdì 6 luglio 2012

(Senza parole): Solo sperma


(Solo Immagini): Gurgle!

(Solo immagini): Tempo di cetrioli

(Senza Parole): Punizione

(Senza parole): Oggi voglio scoparti così

(Senza Parole): Schiava o Padrona?


(Solo Immagini): Ragazza con tattoo


(Solo Immagini): Dilatazioni



(Solo Immagini): Pronta per essere cavalcata


(Senza Parole): Effusioni Bestiali


(Solo Immagini): Posso farla qui, Padrone?

Secretary: le scene più calde del film




Secretary è un film del 2002 con Maggie Gyllenhal nella parte di una segretaria che ama farsi sculacciare dal suo "capo" (intepretato da James Spader). Quante donne metterebbero in pratica questa fantasia? Non molte. Quante si eccitano guardando la bella protagonista piegata in avanti sulla scrivania, con il sedere all'aria? Molte, almeno una su due. Provare per credere. Ecco un montaggio con le scene più "calde del film".

 

Secretary: le scene più "calde" del film


mercoledì 4 luglio 2012

Mille (e uno) modi per godere: il getto della doccia





A molte donne il getto dell'acqua del "doccino" sul clitoride, o sulla vulva, dà sensazioni indimenticabili.

Da provare assolutamente.

P.S. Attenzione alla temperatura dell'acqua ... ;-)

(Consigli Per Lei). Vi capita, a volte, di sentirvi un pò cagne?



(Consigli Per Lei). Vi capita, a volte, di sentirvi un pò cagne? Di aver voglia di cazzo, di sentirvi spesso eccitate, di bagnarvi? Se la risposta è sì, non preoccupatevi: è un fatto naturale e fisiologico. Trovatevi un uomo. Se già ce l'avete, cambiatelo. In alternativa, compratevi un buon vibratore ... ;-)

lunedì 2 luglio 2012

(Senza Parole): Chupa Chup






































































































E ora, una domanda scorretta rivolta solo alle donne:

"Preferite fare un bel pompino o ricevere un bel cunningulus?"




Una vacca perfetta

(continua da: "Il collare di Eva")
 
... Eva gemette quando finalmente sentì lo sperma del padrone che la riempiva. In quel momento lui la teneva forte per le spalle. Eva poteva sentire il suo cazzo pulsare dentro. Dentro di lei. Eva si spinse all'indietro, per schiacciarsi contro di lui, per farlo godere meglio. Poi ebbe un orgasmo. Quando il padrone ebbe finito, Eva gli leccò le dita, felice di averlo fatto godere. Lui le offrì il suo cazzo da succhiare. Eva lo prese in bocca, avidamente.




Col passare dei mesi, Eva imparò a soddisfare il suo Padrone in tutti i modi possibili. Il suo corpo morbido, bianco e liscio divenne un perfetto strumento di piacere. Quando desiderava usarla, il Padrone ordinava ad Eva di mettersi a quattro zampe su un tavolino basso, con le ginocchia molto divaricate e le natiche dischiuse. Il Padrone cominciava percorrendo tutto il corpo di Eva con le mani: la bocca carnosa, leggermente socchiusa, i seni morbidi e pesanti, i capezzoli duri. Il Padrone faceva oscillare quei seni con le mani, li torceva, li stringeva, trattava Eva come se fosse una cosa sua: la sua vacca. Ed Eva amava esser chiamata così. Quando il Padrone le accarezzava i capelli e le sussurrava nell'orecchio quella parola, Eva gemeva di orgoglio e di piacere. Dopo aver accarezzato il corpo di Eva, le dita del Padrone si spostavano verso il suo sesso, lo penetravano. Lo trovavano già aperto, caldo, bagnato. Il padrone sgridava Eva: "Vergognati! Sei una vera vacca!". Ma in fondo Eva era proprio come lui la voleva. Del resto, Eva era sempre stata un pò vacca. Il Padrone, dopo averla  addestrata per mesi, era riuscito a trasformarla in un animale perfetto.

Dopo essere penetrate a fondo nel sesso accogliente di Eva, le dita del Padrone entravano nel suo ano, che si apriva per lui, non appena le dita lo sfioravano. Era morbido ed elastico, perfetto per il suo cazzo. All'inizio Eva era troppo stretta lì dietro, e Lui aveva dovuto sfondarla, letteralmente. Era stato faticoso, ma piacevole.

Il Padrone aveva addestrato Eva anche al dolore: le aveva frustato le natiche e le cosce fino a lasciarle i segni, le aveva tormentato i seni con una mungitrice elettrica. I capezzoli di Eva, risucchiati dalla mungitrice, assumevano un colore viola intenso, e diventavano gonfi e doloranti. A volte sanguinavano leggermente. Dopo alcune settimane di trattamento, i capezzoli di Eva erano diventati più grandi, ancora più sensibili, ma si erano assuefatti alla mungitrice. Eva aveva imparato ad amare le sensazioni che quell'apparecchio le dava, fino al punto da desiderarle. Quando il padrone era via, Eva si applicava da sè le coppe della mungitrice sui capezzoli, e poi si toccava da sola, arrivando a godere fino all'orgasmo.

Dopo mesi di addestramento, Eva era arrivata al punto di sentire il bisogno di essere munta tutte le mattine. Come una vera vacca. Il Padrone era orgoglioso di lei. Eva era una vacca perfetta, docile, desiderosa di compiacerlo. Il Padrone lavorò anche sul suo portamento. Per diverse ore al giorno addestrò  Eva portandola al guinzaglio, completamente nuda, con un campanello attaccato al collare. Era importante che Eva tenesse sempre le gambe ben larghe, in modo che il suo sesso e il suo ano fossero ben visibili. Il sedere doveva essere molto in alto, e la schiena doveva essere inarcata il più possibile verso il basso, in modo da esporre meglio il sesso. All'inizio Eva non inarcava abbastanza la schiena, e il padrone dovette correggerla spesso col frustino. Eva odiava il frustino, ed imparò a temerlo.

Quando Eva fu pronta, il Padrone la esibì ad una fiera di vacche da latte. Eva fu portata sulla passerella poco prima di cena. Quando apparve sulla passerella, ci furono diversi secondi di stupore e di silenzio. Poi qualche risata. Ma Eva era perfetta. Le sue mammelle bianche e grandi oscillavano leggermente al suo passo. Il suo sesso morbido, rosato, era simile a quello di una vera vacca. C'era qualcosa di maestoso nel suo modo di camminare. L'esibizione terminò tra gli applausi. Eva, all'inizio intimidita ma poi sempre più orgogliosa, leccò le dita del suo padrone in segno di riconoscenza. Diversi allevatori salirono sulla passerella per toccare i suoi seni grandi e sodi, le sue natiche bianche e perfette. Il suo sesso era gonfio, aperto, come un fiore rosato. Eva era visibilmente eccitata. Alcuni allevatori cercarono di acquistarla, ed offrirono per lei cifre enormi. Ma Eva non era in vendita. Comunque il Padrone concesse a tutti quelli che lo desideravano di scoparla lì, sulla passerella. Se preferivano, potevano sfogarsi nella sua bocca. Ma non c'era prezzo per Eva. Quella sera Eva dormì, come al solito, nella gabbia che il suo Padrone aveva fatto costruire per lei nel suo seminterrato. Era molto stanca. La fica le faceva un pò male. Il culo le bruciava. Un ragazzo ventenne, dal cazzo enorme, l'aveva sfondata dietro. Nella sua bocca aveva accolto decine di cazzi. Tutto sommato, era felice.                  

Eva era un vacca perfetta, ma a volte il Padrone doveva frustarla. In realtà, il suo difetto era  quello di essere un pò troppo vacca. Se, ad esempio, il Padrone offriva Eva agli ospiti durante una cena, perchè se la scopassero, lei non si vergognava affatto di essere usata così. Anzi, godeva senza ritegno. Proprio come una vacca. Quando veniva riempita da uno o due cazzi, i suoi gemiti di piacere potevano crescere fino a sovrastare i discorsi degli ospiti. In queste occasioni, il Padrone rimproverava Eva davanti a tutti, per essere una donna così irrimediabilmente facile, così irrimediabilmente vacca. Per punirla, le ordinava di salire sul tavolo della cena, mettendosi a quattro zampe, con le cosce divaricate e il sedere ben in alto, visibile a tutti. E la frustava sulle natiche, fino a farle diventare viola. La lasciava così, con il viso rigato di lacrime ed il sedere segnato dalla frusta, esposto, visibile a tutti, fino alla fine della cena. Prima che gli ospiti andassero via, per  riappacificarsi con Eva il Padrone le si avvicinava e le offriva il cazzo da succhiare. Eva lo succhiava avidamente, gemendo, davanti a tutti. Nonostante tutto, Eva era felice di essere  la vacca preferita del suo Padrone ...

Più di tutto, Eva odiava la frusta. Ma a volte, il Padrone la puniva anche in altri modi. Ad esempio, durante le cene a volte le ordinava di mettersi in ginocchio nel bagno degli ospiti, accanto al water. Il compito di Eva era quello di nettare con la bocca la cappella degli uomini che avevano appena pisciato. Eva era brava in questo compito estremamente umiliante: succhiava quei cazzi con scrupolo, fino all'ultima goccia.  Alcuni, eccitati per la dedizione che Eva mostrava loro, si eccitavano e scopavano la sua bocca. All'odore acre dell'orina, nella bocca della povera Eva si mescolava il sapore dolciastro dello sperma di quegli uomini sconosciuti. Eppure Eva non sapeva trattenere un fremito di piacere quando quegli uomini riempivano di sperma la sua bocca. E, quando avevano finito, non sapeva trattenersi dal succhiare scrupolosamente i loro cazzi fino a ripulirli dell'ultima goccia di sperma. Forse il suo Padrone aveva ragione: Eva era una vacca nata. Ma era ben felice di esserlo ...