Ero felice di E., la mia ultima amante. Amavo il suo viso dallo sguardo dolce e un pò malinconico, la sua bocca morbida e ben tornita che non mi stancavo mai di baciare. Amavo i suoi grandi seni morbidi, color del latte, con i capezzoli che si indurivano subito sotto le mie dita. Quando E. veniva a trovarmi a casa, indossava sempre delle calze con giarrettiera, che mettevano in evidenza le sue belle gambe. Mi piaceva molto accarezzare la pelle morbida e delicata all'interno delle sue cosce, in alto, appena sotto la dolce apertura del suo sesso. Prima di fare l'amore, baciavo e mordicchiavo quei punti segreti, dove la sua pelle calda e vellutata aveva già l'odore un pò speziato del suo sesso, un odore che io amavo. Alternavo piacere a dolore, leccando a fondo il sesso di E., penetrandolo con le dita mentre lei sospirava, e poi mordendo la pelle tra le sue cosce fino a farla mugolare di dolore. Spesso, sulla pelle di E. restava qualche piccolo livido con i segni dei miei denti, che a volte lei mi mostrava con orgoglio. E. amava essere mia.
Quando era appena arrivata a casa, ed io cominciavo ad accarezzarla, E. si sfilava lentamente le mutandine, e me le consegnava con uno sguardo solenne, come in un rituale. Allora la baciavo sulla bocca e infilavo le dita nel suo sesso, che trovavo già aperto e bagnato per me. Ma, prima di far l'amore con lei, non mancavo mai di offrire il mio sesso alla sua bocca. Lei lo accoglieva con dedizione: amava darmi piacere, amava ingoiare tutta la mia asta, mentre io premevo le mani sulla sua nuca per godere meglio di lei ...
Ieri sera, io ed E. siamo andati a una cena all'aperto. E. indossava un vestitino molto corto, con calze autoreggenti, che evidenziavano le sue belle gambe. Prima di uscire, E. aveva sollevato sul davanti il vestitino, mostrandomi maliziosa il piccolo slip di tulle ricamato che aveva scelto, e ricevendo il mio sguardo d'approvazione.
Durante la cena in giardino, E. era seduta accanto a me. Mi piaceva accarezzare le sue gambe vellutate, sotto il tavolo, senza darlo a vedere, mentre chiacchieravamo distrattamente con gli altri ospiti. Quando le mie mani si sono spostate verso il suo sesso, sotto lo slip, E. è arrossita, e ha cercato di chiudere le gambe. Il suo sesso era già bagnato. Io ho continuato a toccarla: era eccitante vederla mentre cercava di nascondere la sua ansia di tradirsi. Quando le ho sussurrato all'orecchio di togliersi le mutandine, E. è arrossita violentemente, ed è rimasta in silenzio per qualche minuto. Poi mi ha passato le mutandine, sotto il tavolo.
Continuavo ad accarezzare il sesso di E., mentre lei parlava con gli altri ospiti. Sapevo come farla godere ... la accarezzavo fino a sentire il suo clitoride indurirsi sotto le mie dita ... mi piaceva sentire la sua voce che si abbassava per l'eccitazione e l'ansia, mentre cercava di controllarsi ... avrebbe voluto stringere le gambe, ma io glielo impedivo. E. aveva le gote rosse e gli occhi lucidi, come se avesse bevuto.
Prima del dolce, E. mi ha sussurrato all'orecchio: "Devo fare la pipì". Le ho detto che l'avrei accompagnata. L'ho guidata lungo i vialetti del giardino verso un punto nascosto, dove le voci degli altri ospiti arrivavano lontane. Le ho detto "Falla qui". Rossa di vergogna, E. si è accosciata dietro un cespuglio, e ha sollevato la gonna. Mi sono spostato di qualche passo, per osservare la dolce curva delle sue natiche bianche, sotto la luce della luna. Quando ha finito, mi sono avvicinato a lei prima che si rialzasse, ho accarezzato dolcemente il suo viso bellissimo, e le ho fatto sentire il mio sesso duro, attraverso la stoffa sottile dei pantaloni. Lei lo ha baciato. Poi mi ha guardato in silenzio, con gli occhi lucidi. L'ho guidata verso un albero lì vicino, facendola chinare in avanti, con le mani poggiate sul tronco dell'albero, per sostenersi. Con una mano, lei ha sollevato la gonna, scoprendo di nuovo la dolce curva delle sue natiche, e inarcando leggermente la schiena, per offrirmi meglio il suo sesso. Le ho fatto divaricare meglio le gambe, mentre il mio fallo già sfiorava il caldo fiore del suo sesso, poi le ho afferrato i fianchi ... l'ho sentita gemere di piacere, mentre il mio fallo entrava in lei ...
Oltre il delta di Venere by
S. Naporaz is licensed under a
Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.
Nessun commento:
Posta un commento