domenica 16 agosto 2009

Il mio incontro con S.

Conobbi S. per caso, una sera, in chat. Forse lei cominciò a desiderarmi fin da quella sera. Non so perché. Continuammo ad incontrarci in chat, senza rivelare i nostri veri volti.

S. imparò ad aspettarmi, in chat, indossando una gonna corta, in modo da potersi velocemente sfilare le mutandine, quando io glielo ordinavo. Imparò a restare seduta, davanti alla tastiera, con la gonna sollevata, e le natiche a diretto contatto con la sedia. Imparò ad infilare le mani sotto le sue natiche, allargandole, in modo da sentirsi ancora più aperta, esposta, mentre leggeva sullo schermo i miei messaggi. Di solito, io cominciavo descrivendo come avrei usato la sua bocca, senza riguardi, spingendo il mio sesso fino in fondo alla sua gola.

S. era felice di eseguire i miei ordini in chat. Di essere la mia puttana virtuale. Cominciai a chiamarla sul cellulare, dopo averla fatta eccitare in chat, per darle direttamente, a voce, i miei ordini.

S. era pronta. Volevo che conoscesse il sapore del mio sesso. Ci incontrammo, come per caso, in un bar, in un grande centro commerciale. Mentre parlavamo del più e del meno, in mezzo alla folla, io scrutavo il suo viso, per capire, se dopo, sarebbe stata mia.

S. mi chiese accompagnarla alla mia auto, senza dirmi cosa aveva deciso. Quando entrò in auto, si sfilò le mutandine, in silenzio. Poi mi guardò. Io la baciai dolcemente sulla bocca, e guidai l'auto verso un posto appartato, frequentato dagli innamorati. Mentre guidavo, una mano era tra le sue gambe, sul suo sesso, e lo accarezzava. Lei aprì le gambe, per essere più accessibile. Dopo un po', il suo sesso era già bagnato.

Quando arrivammo, fermai l'auto, estrassi il mio sesso già duro, e la guardai. Lei si chinò su di me, socchiudendo gli occhi, e sfiorando la punta del mio fallo con la sua lingua. Poi lo ingoiò lentamente, sospirando, come un dono che desiderava da tempo.









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