martedì 23 ottobre 2012

diario di una cagna - punizione

Mi chiamo Gioia. O Lilly.
Ma in realtà non ha mai pronunciato il mio nome. 
Mi chiama cagna, con la minuscola.
E io accorro, sempre.
Ha un tono imperioso, il mio Signore. Non ammette errori. Mai.
Sono la sua cagna. Schiava. Serva.
Ubbidisco, e questo è quanto.
Mi basta. Sono una stupida cagna, e mi rende felice esserlo.
Quando sono cattiva mi punisce, ovviamente.
Alcune punizioni le ho descritte, molte altre sono ancora impresse nella mia piccola mente animale...
Penso troppo, non riesco a smettere di farlo. 
Sono soltanto un corpo che Lui  manovra a piacimento, smuove i miei fili, mi fa fare ciò che la Sua mente perversa e crudele ordina.
Anche oggi sono stata punita. Psicologicamente. Mi ha schiacciata.
Ordinandomi di non  contattarlo più fino a domani.
Il fatto è che non ho compreso l'errore. Mi sembrava di aver ubbidito in tutto... evidentemente non è così. 
E sto facendo passare gli attimi e i minuti e le ore, nell'attesa. 
Mi brucia.... mi fa male.
Ma sono solo una stupida cagna, e questo oggi mi merito.
Buona serata, mio Signore adorato.

giovedì 18 ottobre 2012

Oltre il delta di Venere: Diario di una schiava - esperienze di una cagna

Oltre il delta di Venere: Diario di una schiava - esperienze di una cagna: 11 ottobre Ordini e torture Mi sono alzata presto, con il pensiero di mandare un sms di buongiorno a Lui. Come faccio ogni mattina.   Q...

Diario di una schiava - esperienze di una cagna

11 ottobre
Ordini e torture
Mi sono alzata presto, con il pensiero di mandare un sms di buongiorno a Lui. Come faccio ogni mattina.  Quindi gli ho scritto, mentre preparavo il primo caffè della giornata, la casa immersa ancora nel silenzio, buio fuori dalle finestre appena sporcato da una pallida luna che da' il cambio al sole.
Ho atteso con trepidazione una Sua risposta... non so mai quando potrà arrivare, e se arriva. Mi tiene in tensione sempre, continuamente. Non mi lascia mai rilassare. Il giorno prima ho avuto l’ordine di andar per campi a cercare delle ortiche, mi aveva proposto un nuovo giochino. E, sotto la pioggia battente, sono riuscita a trovarla, inzaccherandomi completamente, i capelli incollati al corpo. Sola in un prato sotto la pioggia, un sacchetto in mano e il cell nell’altra. Io, che alle urticanti sono allergica, e abbisogno di adrenalina se le struscio sulla pelle.
Adesso mi ha risposto, dopo poco che gli ho dato il buongiorno. 
 “Avvolgi la pallina nell’ortica e mettitela nella fica” ….
Ho paura dell’ortica, ma lo faccio. Prendo la pallina, quella con attaccato un cordoncino che pende tra le gambe, e avvolgo bene un rametto di ortica piena di fiori intorno. Chiudo gli occhi, mi siedo per terra. Mi faccio violenza e trattengo il respiro. Sono bagnata…. molto bagnata. Dalla paura, dal desiderio, dalla voglia che ho di soddisfarLo. La mano che la tiene già si arrossa, ma mi apro la fica con l’altra, rivelando carni morbide e turgide, il clitoride arrossato e gonfio, l’ano che si dilata dalla posizione che ho assunto, a gambe spalancate,  e infilo tutto dentro….


Potrei stare i piedi, appoggiata, in qualunque modo, ma il mio Signore pretende che mandi le foto ogni volta che eseguo un ordine, quindi sono chiusa in bagno, il cell pronto a fotografare, davanti a uno specchio. Lì per lì sento solo ruvido, e la pallina che appare più grande, con tutte quelle foglie. Ma dopo pochi secondi, non so ben distinguere il tempo che scorre, un forte prurito e una voglia incredibile di alzarmi e mettermi a correre mi prendono.. sento il fuoco, avvampo, spilli e bruciore che si propagano dalle grandi labbra fino dentro al corpo. Il secondo sms che mi ha mandato diceva che avrei dovuto massaggiarmela la fica, quando avessi infilato bene la pallina.. e ci provo, mentre scatto un paio di foto.
Gli scrivo, supplicandolo di farmi togliere questa tortura che mi brucia. Sono allergica alle piante urticanti, ma Lui non lo sa. E si arrabbia, perché ho tenuto nascosta questa cosa.  Tolgo con la punta delle dita la pallina ricoperta, l’ortica è completamente bagnata, mi è rimasto qualche pezzettino di foglie dentro, mi infilo la mano per prenderle tutte.. è calda e bagnata. Ho una gran voglia di godere, nonostante il bruciore.  Ma godere è un privilegio che mi è concesso molto raramente.. solo quando Lui è totalmente soddisfatto dei miei servigi, e  non l’ho fatto arrabbiare, solo allora, a volte, mi concede questo. Mi ordina di godere, dicendomi come e con cosa. Mi permette di masturbarmi.
Il mio Signore mi  scrive ancora
“ Fammi vedere come lecchi la tazza del cesso, cagna! Prima ci pisci sopra, e lecchi il tuo piscio! Subito!”  Mi precipito in bagno, di nuovo. Mi spoglio, piscio fuori dalla tazza, lo lecco e mi fotografo…. Ho sempre timore di non fare abbastanza bene… ho le tette gonfie e dure, ho voglia di Lui. I suoi insulti, le umiliazioni.. le parole crude con le quali mi ferisce fanno solo in modo che rimanga perennemente eccitata, un dolore sottile misto a piacere che rimane latente nel mio corpo di schiava. Ogni giorno è così, ogni ora mi sento sempre più sua, mi penetra la mente, scarta e distrugge tutto ciò che mi appartiene, brucia i miei pensieri per fare in modo che sia simile a Lui, lontanamente simile, ma sulla stessa lunghezza d’onda. Mi insegna a pensare in maniera totalmente diversa. Sono solo una stupida schiava, una cagna fedele e sottomessa, la Sua serva .. ma questo mi fa vivere. Consapevolmente e felicemente masochista per Lui.

E’ pomeriggio. Tra breve non potrò più sentirlo, lunghe ore senza i Suoi messaggi, fino a domani, se vorrà ancora sentirmi. Però mi scrive...
“ Mettiti una bottiglia nella fica e chiamami”  Rileggo il messaggio. Mi muovo per la casa, sono sola. Trovo una bottiglia da 75 cl di vino, vuota. Mi siedo per terra,  ne infilo  il collo dentro la fica. E’ fredda, mi sento gelare dentro. Lo chiamo. Ho il privilegio di sentire la Sua voce dopo dieci giorni. Mi ha ordinato questo, e io ubbidisco, come sempre. La voce del Padrone.. cosa c’è di più bello, rilassante, eccitante e meraviglioso per una cagna come me? Mi domanda se mi piace..
“Si Signore... mi fate scopare con una bottiglia... è la prima volta che lo faccio... è fredda..”
E Lui  “Sei contenta cagna? Sei contenta che il tuo Padrone pensa sempre a te e ti ordina cose nuove? E’ fredda? Leccala e succhiala dai.. fammi sentire come succhi” 
 Ha una voce calda e morbida, non potrei mai disubbidire, lo sento come se fosse accanto a me, le sue parole mi avvolgono tutta, e mi bagno, ancora e ancora di più. Lecco il collo della bottiglia, lo succhio, lo scaldo con le labbra.
“ Rimettitela dentro dai, muovila, su e giù... dai cagna “  E’ imperioso ora, sono ordini precisi.  sto per terra, il telefono all’orecchio, la mano che infila e spinge la bottiglia dentro la mia fica in fiamme….
“Adesso mettila in piedi, e siediti sopra. Cavalca la bottiglia, troia...“
E io deglutisco, sono sudata, ho caldo. La sistemo sul pavimento e mi siedo sopra, infilo il collo verde della bottiglia nella fica, e penetra a fondo, arrivo alla parte larga che quasi ci entrerebbe dentro, da come sono dilatata. Mi muovo sopra di essa, mi sollevo e riabbasso, la struscio sul clitoride fino a farmi male, e  ansimo al telefono con lui. Sento di avere la voce bassa e roca, tengo gli occhi chiusi, è più facile immaginarLo vicino cosi’.
“Godi cagna.. fammi sentere come godi, ti voglio sentire urlare” 
 Mi permette di godere, quindi. “Davvero Signore? Posso godere? Davvero”... 
Si cagna, ti voglio sentire, godi con la bottiglia”.
E mi lascio andare, mi sdraio per terra con la bottiglia dentro,  tra le cosce, mi ci struscio sopra come se fossero le Sue gambe, e subito sento che il piacere monta dentro di me, e spinge con violenza, esplode, godo per Lui e con Lui, fino a  che  non rimango senza fiato, ansimante.
 “Adesso leccala. Leccala e sputaci, e poi bevilo” 
 Mi siedo, intontita. Lecco e ci sputo sopra, faccio sentire il rumore attraverso il cell….
“Brava cagna.. ti è piaciuto? Adesso rimettila dentro e fai tante foto.. e me le mandi.. ciao Cagna.. ci sentiamo domani”  
 “ Arrivederci Padrone… grazie mio adorato Signore.. a domani”.
Mi alzo, e fotografo tutto. La fica che avvolge la bottiglia, la mia faccia da cagna in calore. Buonanotte Signore adorato.

martedì 9 ottobre 2012

Schiava per scelta

Una schiava che crede in ciò che è diventata, giorno dopo giorno, attimo per attimo... strappata lentamente alla sua vita normale, dilaniata nell'anima, sottomessa, violentata psicologicamente.
Finchè, da donna cosiddetta "normale", con la sua vita, affetti, figli, lavoro e quant'altro... si ritrova in un vortice di emozioni e sensazioni, con il volere del Padrone che piano piano si insinua nella mente.  Mi ha spezzata. Ridotta in briciole. Le Sue parole sono state sassi e lame e vetri appuntiti per me. Ha distrutto la mia vita, pezzo a pezzo. Scavando profondamente nel mio cuore e  nella mente, ha modellato il pensiero a ciò che lui vuole.
Mi ha fatta sua, succube, totalmente dipendente da ogni sua scelta.
Fa male, fa tanto male.
Perchè la paura si insinua ogni giorno dentro di me, paura di non essere alla sua altezza, di venirgli a noia, paura che trovi una schiava migliore. Paura dell'abbandono.
Mi ha presa come cagna, mi ha strinto il collare al collo.
 Guardandomi negli occhi, inginocchiata davanti a lui.
E mi ha lasciata, per un periodo. Non riuscivo letteralmente a fare niente, ero come un corpo senza vita, trascinandomi dal mattino alla sera sperando che arrivasse la notte, per poter dormire qualche ora, tralasciando tutto il resto, figli compresi. Uno zombie, un burattino buttato in un angolo. Le lacrime che ho versato in quel periodo sono state più di quante ne abbia piante in tutta la mia vita.
Scelsi di essere schiava, Sua, solo Sua. Mi prese.
E adesso che è tornato, ogni giorno ho il terrore che se ne vada di nuovo. per qualunque motivo.
Fa tanto male. Mi spezzetta, mi ha ridotta in coriandoli che vorticano veloci sopra di me, e non riesco a riprenderli tutti.
Ho paura. E' il mio Signore, è la mia vita.
Dopo i figli... c'è Lui, che mi accompagna nei sogni e mi sveglia la mattina, con il pensiero.
K.

diario di una schiava - un ricordo recente - 2

Uno strappo al guinzaglio, l'ordine di mettersi a quattro zampe. La schiava cagna si accuccia, le mutandine che premono sulla fica gonfia e già bagnata. Viene spinta in avanti da una pedata data con violenza sul culo, fino a che si ritrova in angolo spoglio, tra due pareti.
 "Mettiti lì, faccia contro il muro. 
In ginocchio, schiava!"
le ordina il Padrone, e lei si muove fino a trovarsi con il volto che sfiora le mura, in ginocchio, le mani sulle cosce, gli occhi abbassati. Inizia a respirare velocemente. Il Padrone è dietro di lei, ne sente il respiro, ne percepisce la cattiveria e la frenesia, mentre la guarda. Sembra quasi che possa vederlo, tutti i sensi della femmina in calore sono dilatati, sensazioni, odori suoni... 
e Lui continua a non parlare.
 Un flash, una luce forte l'illumina, lampi che si susseguono. La sta fotografando, le fotografa il culo. Poi...  passi che scivolano fuori dalla stanza, rumori... la cagna non osa muoversi, le fanno male le ginocchia, le caviglie, vorrebbe cambiare posizione, solo sistemarsi meglio, ma sa che non può farlo. Dopo un tempo che le pare interminabile, volge piano la testa indietro, gli occhi che cercano di capire dove Egli sia... e subito la voce del Signore, tuonante, cattiva, imperiosa le si fa addosso, e con la voce il suo corpo, la prende per i capelli, la sbatte, le riporta la testa in avanti, incastrandola tra le pareti color mattone
"Che cazzo fai? Chi cazzo ti ha detto di voltarti schiava? Eh? Chi te lo ha detto..!" 
le urla, mentre le sbatte la testa. Lei trema, ha paura a rispondere, e mormora piano, con una voce da bambina terrorizzata  "... Nessuno signore.. non me lo ha detto nessuno... perdonatemi..." 
non fa in tempo a finir di parlare che un urlo animalesco, profondo,  le esce dallo stomaco e riecheggia nella stanza nuda, subito dopo che il frustino l'ha colpita con forza sulla natica destra. Lacrime che salgono agli occhi. Il rumore che fende di nuovo l'aria, quel rumore inequivocabile, repentino, che non lascia adito a niente altro che non sia una frustata, ancora. Viene colpita con maggior violenza sulla natica sinistra, e sobbalza, e si piega fino in terra, portando le mani a ripararsi dai colpi.
K.


Diario di una schiava. Un ricordo recente

Caldo, afa, pelle appicciata, capelli incollati alla schiena. Treno e taxi, un lungo viaggio in un'estate silenziosa, dove il sole incessante ti fa passare qualunque voglia, anche le più elementari. Si sposta e arriva in una città che non conosce, deserta, con l'asfalto che luccica e se non stai attenta si appiccica alle suole delle scarpe. Tacchi alti e trucco pesante, che si disfa con il sudore. Lo vede da lontano, sorridente. Si avvicina a lei, che a sua volta dischiude le labbra scarlatte per parlare.. ma non escono le parole.
Lui, il Padrone, la squadra osservandola dall'alto in basso e viceversa, gi occhi che trapassano le vesti leggere, come a spogliarla. La prende per un braccio e la trascina via con sè, entrano in una casa vuota. Pareti affrescate di  castano e mattone, colori caldi, silenzio, luce.
 La sbatte contro il muro, le acchiappa i seni con le unghie, stringe, e tira, la tocca dappertutto, la bacia avidamente. Senza parlare. Avrà detto si e no cinque parole, da quando si sono incontrati.
"Spogliati cagna" le ordina, facendo un passo indietro, mentre lei ancora era incollata alle sue labbra calde....
E docile ubbidisce, si spoglia completamente, rimanendo con i tacchi e un minuscolo slip rosa e nero, i capelli che le coprono in parte i seni gonfi e arrossati.
"Hai portato il collare? Prendilo e mettiti in ginocchio " le dice  ancora, e annuisce la cagna, chinandosi a prendere ciò che richiesto, e un guinzaglio. Si inginocchia davanti a Lui, lo guarda sollevando il volto fremente, porge il collare sulle palme delle mani aperte, tenute alte. Il Padrone le cinge il collo strettamente, assicura il moschettone all'anello, e la fa mettere a quattro zampe.

lunedì 8 ottobre 2012

ordini- diario di una schiava

Ho mandato il primo sms alle sette, stamani. Sono restata in attesa. Il fiato che non mi usciva... chissà se mi avrebbe risposto... ferma immobile a contare i minuti, finchè il telefono ha vibrato .Il mio Signore ha accettato di messaggiare con me. Mi ha ordinato di mettermi il plug da passeggio nel culo,e di cercare delle ortiche. "Anche se ti fa paura... meglio. Godo di più" mi ha scritto "così vediamo cosa ne pensa la tua fica, e ci divertiamo". Ho provato a dire di no.. ma il tono  che ha usato nell'sms successivo mi ha distolta da questo pensiero. I suoi ordini vanno eseguiti alla lettera, sempre. Non esiste il no nel mio vocabolario di schiava. Per farmi più felice, mi ha poi imposto di infilarmi la pallina nella fica. Mi sono subito bagnata, è entrata scivolandomi dentro in un attimo, grosse gocce di bava sulle mutandine e sulle cosce.
Il dolore che provo con il plug non mi dà tregua, avrei voglia di fare la cacca.. ma Lui non fa commenti, quindi sto ferma, immobile, cercando di non pensare al dolore, concentrandomi sulle sensazioni che questo mi provoca, e continuo a bagnarmi. Non ho il permesso di godere, finchè non mi reputerà abbastanza brava e sottomessa da meritarlo.. Possono passare giorni prima che mi dica che posso masturbarmi.....

domenica 7 ottobre 2012

Diario di una schiava - taccuino di una cagna sporcacciona - 6 ottobre 2012


Cagna fedele e sottomessa

Non lo conosco da tanto tempo, ma di me Lui sa cose che anche io ignoro.
Il suo modo di soggiogarmi, le lezioni che mi impartisce, la violenza psicologica con la quale incessantemente e sottilmente mi tortura hanno fatto in modo che il tempo si dilatasse, rendendo i giorni e le ore diverse da ciò che in realtà sono.
Se dovessi analizzare in senso stretto le volte in cui ho potuto servirLo di persona, e comunque da quanti mesi sono Sua schiava, profondamente devota e assoggettata ad ogni Sua voglia, in realtà potrei sembrare pazza.
 Questa sottomissione di cagna fedele solitamente i padroni l'ottengono in molto tempo, dedicandole pazienza e costanza.
 Ma la magnificenza del mio adorato Signore e  la sua forza di volontà, il carattere severo, l'estrema inflessibilità che lo contraddistinguono, uniti a un uso sereno e colmo di  rispetto nel dosare le ricompense che noto in lui  mi fanno fidare ciecamente, e mi hanno portata a dipendere psicofisicamente dalla Sua persona.
In un tempo relativamente breve, come dicevo.
Sono sua, totalmente, anima e corpo. Il mio desiderio assoluto è poter soddisfare le Sue voglie, qualunque esse siano. La mia gioia più grande è riuscire a dire "Si, Signore" ogni volta che mi impartisce un ordine. Mi alzo finendo di sognarlo, e gli scrivo, augurandogli il buongiorno. La mia giornata è scandita dalle sue mosse, dall'umore, dal  grado di cattiveria che vorrà trasformare in dolore e umiliazioni per me. Respiro con Lui. Vivo con il telefono in tasca, o in mano, per non perdere nemmeno una delle Sue parole, e rispondere subitaneamente. Attendo con ansia il Suo prossimo messaggio, e le rare volte in cui mi concede di telefonargli. La sua voce mi fa bagnare, all'istante.
 Alla sera mi addormento con i Suoi occhi  nel cuore e una bambola di pezza stretta tra le mani.
Temo di non essere all'altezza di quello che chiede, ho timore di servirlo inadeguatamente.
 Sto sulle spine, sempre. Lo adoro.. non respiro senza  Lui. La sua presenza è vita per me, schiava e cagna, burattino e bambola, sputacchiera e zerbino.
 Divengo tutto ciò che Lui desidera, mi adatto a fargli da serva abbassandomi e inginocchiandomi quando mi parla.
E questo per me è vita. E' vita, finalmente.
Libera dagli errori dell'esistenza e dalle convenzioni, libera di essere ciò che covo dentro di me.
 Sono nata per servire. Ho aspettato a lungo, e un uomo magnifico ha attraversato la mia strada, rapendomi i sogni. Si, ha rubato i miei sogni e li ha trasformati in realtà, mi ha cambiata profondamente.
Grazie mio dolce Signore

Sono una schiava. Per scelta.

6 ottobre 2012
 Sono una schiava che crede nella sua doppia vita, e ha donato corpo e anima al proprio Signore adorato.
Ciò che scriverò qui sarà per lui...per il Suo piacere, perchè vuole che mi faccia conoscere attraverso vecchi ricordi di adolescente perversa, e per stuzzicarlo con la fantasia che ogni giorno la Sua presenza prepotente mi ispira.
Si, Padrone, per Voi e con Voi, sempre... la Vostra cagna fedele farà un resoconto minuzioso di episodi di vita vissuta, e racconterà, quando lo ordinerete, storie piccanti per alimentare la voglia di chi vorrà leggerle.
Vi adoro mio Signore, attendo i Vostri ordini, Padrone.
Nimph