lunedì 11 aprile 2011

Inculami piano, per favore ...

Elena (il nome è di fantasia) lavora  di giorno, nel verde della campagna, nei pressi di una grande città italiana. Elena offre il suo corpo ai clienti per qualche decina di euro. Elena ha un corpo bellissimo, sembra uscita da un fumetto di Guido Crepax. Ho capito di essere un cliente speciale quando mi ha concesso, per 50 euro, di baciarla sulla bocca. Pochissime ragazze si fanno baciare sulla bocca. Non c'è prezzo per questo.

Poco dopo stavo baciando Elena mentre eravamo nella mia auto, appartati in mezzo al verde di un campo. Siamo stati interrotti da un contadino, il proprietario del terreno, che ci ha inseguiti fino alla strada. Ho dovuto guidare lungo la sterrata con i pantaloni abbassati per sfuggire al contadino. Questa cattiva esperienza in qualche modo ci ha unito. Ora Elena era in debito con me: era lei che mi aveva portato in quel campo, dicendo che era un posto tranquillo. Mentre Elena mi guidava verso un posto più sicuro dove appartarci, ho cominciato ad accarezzarla tra le gambe. Lei mi ha raccomandato di non distrarmi, ed ha allargato le gambe, scostando le mutandine, perchè la potessi toccare con più facilità. Con questo gesto, Elena ha conquistato il mio cuore. Ho sempre pensato che una delle cose più belle che un uomo possa fare, mentre guida in mezzo al verde, lungo una strada di campagna, in una bellissima giornata di sole, sia mettere una mano tra le gambe di una donna. Quando glie l'ho detto, Elena ha sorriso ed ha annuito, inarcando il bacino in modo che potessi toccarla meglio. Potevo sentire il suo sesso, aperto, umido e caldo, sotto le mie dita. 
Quando siamo arrivati in un nuovo posto, più sicuro, ai margini di un viottolo di campagna, Elena aveva accettato di concedermi, per 100 euro, tutto il suo corpo: la sua bocca morbida e calda, il suo sesso color rosa chiaro, con le piccole labbra che sporgevano leggermente in un modo delizioso, i suoi seni piccoli e sodi, da cerbiatta, e la sua apertura più stretta, quella che solo poche puttane ti concedono, e mai per meno di 100 euro.

Mi sfilai la maglietta e tirai giù i pantaloni. Elena si sfilò le mutandine, tirò su il vestitino leggero a fiori perchè potessi baciarle i seni, e cominciò a succhiare il mio cazzo. Io a tratti la interrompevo per baciarle i seni o la bocca. Mi piaceva anche scostarle capelli per guardarle meglio il viso mentre mi succhiava il cazzo. Era sicura di sè, orgogliosa. Ora avevo voglia di scoparla. Lei si distese sul sedile del passeggero, ed allargò le gambe, come  per un visita ginecologica. Io mi inginocchiai davanti a lei, tra le sue gambe, e la baciai sulla bocca e sui seni. Poi spinsi il mio cazzo nella sua fica, bagnata, calda, e la baciai mentre pompavo dentro di lei. Era tutto cosi' semplice, cosi' naturale ... ma ora volevo usare l'apertura piu' stretta di Elena.


Elena si lubrificò bene con una crema, e  la spalmò anche sul preservativo che copriva il mio cazzo. Mi disse di fare attenzione, perchè non l'aveva preso nel culo da diverso tempo. Infatti era stretta, piacevolmente stretta. Mi guardò per un attimo con gli occhi smarriti mentre la punta del mio cazzo entrava in lei. L'inizio, quando il glande sta entrando, è sempre il momento più difficile per una donna. C'è sempre un attimo di panico, il panico del sentirsi violata. L'ano si dilata in modo innaturale, fino a che il glande non è entrato tutto. Poi, quando entra l'asta, l'ano si restringe, quasi ad accogliere il cazzo, quasi a volerlo bloccare dentro. In quella fase, di solito la donna si tranquillizza e ti guarda, in attesa che tu cominci a pompare. Con Elena non è stato così. Quando il mio cazzo era entrato quasi tutto dentro di lei, Elena mi pregò di muovermi piano: il culo le faceva troppo male. Questo mi eccitò molto, e cominciai a baciarla sulla bocca, muovendomi molto lentamente dentro di lei. Potevo sentirla sospirare mentre la baciavo e la inculavo. Per una manciata di secondi, il suo dolore fu il mio piacere. Fino a che non mi chiese di uscire, perchè non resisteva più. Dopo essere uscito, le massaggiai dolcemente il buchino con le dita. Era davvero stretta, troppo stretta per me.

Per quella volta, non sarei riuscito a venire con Elena. Ormai il momento magico era passato. Misi una mano sotto le sue ginocchia, le sollevai un pò le gambe,  la accarezzai dolcemente tra le natiche, per farla rilassare.  Poi sfiorai il suo sesso, e risalii sul suo pube, fino all'addome. Aveva una pelle bellissima, vellutata, senza un filo di grasso.

Ci rivestimmo in fretta, e lei comiciò ad ascoltare musica sul suo walkman mentre guidavo per riportarla sulla strada, nel punto dove l'avevo presa. Quando appoggiai la mano tra le sue gambe, sul suo sesso, lei allargò le gambe e scostò le mutandine perchè potessi toccarla meglio. Una signora alla fermata dell'autobus ci guardò sorridendo. La signora non poteva vedere dove era la mia mano: visti dal finestrino, sembravamo un coppia di fidanzati. Forse, anche se avesse potuto vedere dov'era la mia mano, la signora avrebbe pensato lo stesso che eravamo una coppia di fidanzati. Il sesso di Elena era un fiore umido e caldo. Dissi ad Elena che quello era il posto più bello dove un uomo potesse tenere la mano. Lei annuì e mi raccomandò di guidare piano.

Quando lasciai Elena sul bordo della strada, le dissi che non sarei potuto tornare prima di due settimane. Lei mi guardò un pò delusa. La rassicurai: "Tornerò, non ti preoccupare". Tornerò, Elena, non preoccuparti. Tornerò per darti 100 euro, per guidare tenendo la mano sul tuo sesso mentre tu scosti un pò le mutandine, tornerò per portarti in una radura in mezzo ai campi ed incularti piano piano, e baciarti dolcemente mentre ti inculo. Per qualche manciata di secondi, il tuo dolore sarà il mio piacere. E tornerò ancora. Mentre penso questo, sulle mie dita c'è ancora l'odore dolce e speziato del tuo sesso. Ed è un odore buono.
A presto, mia dolce Elena.


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