giovedì 26 maggio 2011

Cyberstalking: «Se non mi ami t’ammazzo»

PERUGIA - Un incubo iniziato con una telefonata. Più di tre anni fa. E finito con una telefonata solo da ieri. Nella prima conversazione, alle due di notte una donna spiega al suo amico conosciuto in chat che non vuole più essere assillata. Nell’ultima,
la polizia postale avverte di buon mattino la donna che lui è stato arrestato. Lui che per tutto questo tempo l’ha perseguitata, tra sms, telefonate (anche 40 al giorno) e lettere minatorie. Tra appuntamenti erotici presi sul web fingendosi la donna, che si ritrovava file di uomini sotto casa. Tra minacce di morte a lei e ai suoi figli, con disegni di bare, croci e fotografie che ritraevano il volto dell’uomo con una pistola puntata alla tempia. Insomma, quattro anni tra incubi e paura. Anche di uscire di casa. È la storia di Daniela, raccontata qualche settimana fa proprio dal Messaggero. La storia della donna, residente in provincia di Perugia, olandese, 50 anni, due figli e gli occhi azzurri ancora limpidi di speranza, che ha denunciato il suo inferno. Iniziato a settembre 2007, quando conosce in chat Benjamin Esturgie. Trent’anni, francese, disoccupato, in casa con mamma e papà a Gy, un paese ai confini con la Svizzera, e una dannata bravura se “armato” di pc e connessione Internet.
Per lui, perseguitare Daniela era una forma di amore. Per la legge è stalking. Per la Francia un reato non perseguibile. Per questo ci sono voluti quattro anni per fermarlo. Con il primo mandato di arresto europeo in Italia per cyberstalking.
L’operazione è stata firmata dalla polizia postale di Perugia guidata da Annalisa Lillini, che ha arrestato Benjamin Esturgie in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere (per stalking, sostituzione di persona e diffamazione) richiesta dal pm Giuseppe Petrazzini ed emessa dal gip Massimo Ricciarelli. E mentre il maniaco è in attesa di sapere se verrà giudicato in Francia o in Italia, tutti questi nomi Daniela non li dimenticherà più. Hanno siglato la fine del suo incubo e lei, adesso, è felice. «Adesso - ha detto ieri emozionata al Messaggero - ricomincia la mia vita. Grazie di cuore a chi ha raccolto la mia storia e l’ha raccontata. Perché è da quel giorno che qualcosa, evidentemente, si è mosso davvero. Ho aspettato tanto, soffrendo in silenzio insieme alla mia famiglia. Ho fatto decine di denunce, le forze dell’ordine mi sono state vicine, ma è cambiato tutto quando i miei quattro anni sono diventati pubblici. Grazie».
Ha di che essere felice, Daniela. Che finalmente ora potrà riappropriarsi della sua vita. Partendo da quelle piccole cose a cui aveva dovuto rinunciare. «Quali? Anche solo non aver paura di sentire il telefono squillare. Non aver paura di sentir dire ancora una volta “Se non mi ami ammazzo te e i tuoi figli e poi mi suicido”. Potrò finalmente riscrivere il mio nome sul citofono e staccare dal mio condominio tutti quei cartelli in cui avvisavo i “clienti” che Benjamin procurava a mio nome in Rete che io non c’entravo nulla con quegli appuntamenti. Era umiliante. E potrò finalmente avere un rapporto sereno con i miei vicini, stanchi di quelle file notturne di uomini sotto casa e anche delle telefonate di minacce e di insulti che Benjamin faceva anche a loro». Perché lo stalker, una volta che Daniela aveva cambiato numeri di telefono e di cellulare, aveva rintracciato tutti gli abitanti del suo condominio e della sua via (tramite un sito degli abbonati alla fonia fissa e solo digitando l’indirizzo) e aveva iniziato a chiamare anche loro. Una vita pesante, una situazione insopportabile, segnata anche dalla paura della figlia di andare a scuola da sola. Lei che riceveva minacce di morte tramite Facebook e vedeva il suo nome, insieme a quello del fratello, sopra le croci che Benjamin disegnava sulle 16 lettere al giorno che spediva dalla Francia. L’ultimo contatto, proprio con la ragazzina (ancora minorenne) è solo di una settimana fa: sulla bacheca del suo profilo su Facebook ha visto comparire minacce e insulti. Ma ora (anche se il dubbio di Daniela è chissà per quanto) l’incubo è finito.
Del caso si è occupata anche la trasmissione “Le Iene”, che manderà in onda a marzo il servizio in cui il perugino Mauro Casciari, con Daniela e il suo ex marito, è andato a Gy a convincere Benjamin Esturgie a lasciar stare la donna. Il viaggio (era la prima volta che Daniela incontrava di persona il suo aguzzino) è finito a minacce e a calci contro il furgone in cui i tre si erano riparati.

Fonte: Il Messaggero, Febbraio 2011

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