giovedì 24 novembre 2011

Sei la mia puttana





Tutto era cominciato per caso, quando suo marito aveva sopreso Giulia mentre si toccava davanti al computer, guardando foto porno. Giulia non sapeva da quanto tempo suo marito era lì, pochi passi dietro di lei. Non sapeva da quanto tempo lui la stava guardando. Sullo schermo del computer c’era l’immagine di una pornostar che succhiava un cazzo enorme, sorridendo in modo ammiccante alla fotocamera.
Quando Giulia si accorse di lui, quando vide il riflesso familiare del suo viso sullo schermo del computer, era troppo tardi: stava gemendo di piacere, con la camicia da notte sollevata, arrotolata fino ai fianchi, ed una mano tra le cosce. Con l’altra mano, si stava accarezzando i capezzoli. Le sue mutandine erano posate sulla scrivania, vicino allo schermo del computer. Giulia venne lo stesso, dimenando anche i fianchi, guardando il viso del marito riflesso sullo schermo del computer, su quel cazzo enorme. Giulia venne senza ritegno. Gemendo e dimenandosi. Come una troia.
Ora Giulia avrebbe voluto andare in bagno. Ma invece rimase come inebetita, con gli occhi bassi, davanti allo schermo del computer. Non sapeva cosa fare, si vergognava come una bambina. Aveva la pelle sudata, il viso rosso di piacere e di vergogna. Lui si avvicinò fino a a pochi centimetri da lei. Fino a frapporsi tra lei e lo schermo del computer. Poteva sentire il suo odore. Giulia rimase immobile. Poi sentì il sesso di suo marito, già eretto, premerle contro la bocca. E le sue mani afferrarle i capelli sulla nuca. Giulia si limitò a socchiudere un po’ la bocca. Lui fece tutto il resto, senza dire una parola. Giulia non l’aveva mai sentito così duro. Lui usò la bocca di Giulia senza ritegno, senza rispetto, come non aveva mai fatto. Spingendole il cazzo fino in gola. Togliendole il respiro. Giulia si limitò a gemere e a tentare di respingerlo in modo un po’ goffo, restando inerte, come una bambola di pezza. Pensò che con la saliva gli avrebbe sporcato i pantaloni, che avrebbe dovuto smacchiarli prima di portarli in lavanderia per lavarli a secco. Ma quando lui le sussurrò all’orecchio che era una puttana, Giulia provò un brivido di piacere. Niente di vistoso, solo un brivido. Lui le si accostò ancora di più, e Giulia sentì della saliva colare dal suo mento. Gli avrebbe sporcato i pantaloni. Lui ordinò a Giulia di allargare di più le cosce, e le si avvicinò ancora, premendole le mani contro la nuca. Giulia sentì un’ondata di piacere. Ora la sua fica colando. Avrebbe bagnato la sedia sotto di lei. Giulia non era mai stata scopata così, come una puttana. Dovette ingoiare quel cazzo per intero, fino alle palle. Quasi non riusciva a respirare. Dovette trattenersi per non vomitare. Intanto i capezzoli di Giulia, duri e sensibili, sfioravano la stoffa dei pantaloni del marito. E ogni contatto le dava un brivido. Quando lui venne, Giulia temette di soffocare. Lei lo accolse in silenzio, maledicendo quella maledetta pornostar succhiacazzi che l’aveva messa in quella situazione. La pornostar sorrideva, sempre ammiccante, sullo schermo del computer, anche se ora Giulia non poteva vederla (il suo viso era schiacciato sul pube di suo marito). Quando lui ebbe finito, ordinò a Giulia di succhiargli per bene il cazzo, per ripulirlo. Giulia provò un brivido di piacere. Eseguì docilmente, appoggiandosi su di lui, sfiorandolo con i seni, con la schiena leggermente inarcata in avanti, stringendo leggermente le sue gambe tra le cosce. Lui le sussurrò dolcemente all'orecchio: "Sei la mia puttana". Giulia annuì. Sotto la sua fica, sulla sedia, c'era una piccola pozza di umori.


(continua con "Puttana per lui")


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