martedì 19 luglio 2011

Il risveglio di Anna

Anna si risvegliò dolcemente nella luce del mattino che filtrava dalla finestre. Si stiracchiò lentamente e si rese conto di essere ancora un pò indolenzita per la notte prima. Ricordò di avere fatto godere diversi uomini, forse una decina. Alcuni con la bocca, altri con la fica, altri in modi ancora diversi.

La fica le faceva ancora un pò male, ma Anna era venuta diverse volte. Aveva goduto soprattutto quando il suo uomo l'aveva sodomizzata, mentre lei, a quattro zampe, prendeva in bocca il cazzo di un altro uomo. Il cazzo del suo uomo era entrato a forza nel suo buchetto stretto, lubrificato da appena un pò di saliva. Le aveva fatto male, l'aveva fatta gridare. Le faceva ancora male. A ripensarci, la sua fica si contraeva dal piacere.

Anna aveva fatto godere, per tutta la notte, due o anche tre uomini per volta. Alla fine, nei cazzi degli uomini che succhiava riconosceva il suo stesso sapore. Il sapore dolce e speziato della sua fica, mescolato al sapore dello sperma. Un sapore diverso per ogni uomo.      

Anna era venuta quando il suo uomo le aveva strizzato forte le tette, chiamandola "la mia vacca", mentre la sodomizzava. Aveva goduto  quando il suo uomo le aveva detto che era troppo stretta lì dietro, e che lui l'avrebbe aperta, per godere meglio di lei. Si era messa anche a gemere, aprendosi le natiche con le mani, per soddisfare meglio il suo padrone. Lui l'aveva accusata di essere troppo vacca, e l'aveva sculacciata con forza, mentre i suoi gemiti erano soffocati dal cazzo dell'uomo che godeva nella sua bocca.

Anna si stiracchiò e si accarezzò leggermente le natiche con la la punta delle dita. Bruciavano ancora.

Nella luce del mattino che filtrava dalle finestre, Anna si rese conto di essere sdraiata su un letto di fieno soffice e fresco, all'interno di una grande gabbia. Il suo viso e il suo corpo erano impregnati dell'odore dello sperma degli uomini della notte prima.

Un uomo entrò e lasciò ad Anna una ciotola d'acqua ed una di latte con fiocchi d'avena. Anna si rese conto di essere  molto affamata, mangiò e bevve avidamente.

Ora Anna si sentiva davvero bene.

Dopo mezz'ora l'uomo tornò, nudo, con il cazzo duro. Aprì la porta della gabbia. Anna uscì camminando lentamente, sculettando, a quattro zampe. L'uomo le accarezzò il sesso ed il buchetto, entrò con le dita dentro di lei, facendole male. "Sei ancora troppo stretta lì dietro", le disse, "ma stasera ci penserà il tuo padrone". Anna rabbrividì di paura e di piacere, pensando al cazzo del suo padrone, a come le aveva fatto male.

L'uomo avvicinò il suo cazzo duro alla bocca di Anna. Lei si inginocchiò e cominciò a leccarlo, voluttuosamente. Aveva un buon sapore. Anna si chiese quanti uomini avrebbe soddisfatto prima di sera. Ripensò al cazzo del suo padrone, a come quella sera lui l'avrebbe aperta dietro, a quanto lei avrebbe goduto. La sua fica si stava già bagnando ...       




Continua con: "Il collare di Eva"

3 commenti:

  1. E' assaggio di erotismo, un incipit. Da l'idea di cosa sia successo prima e di cosa accradrà in futuro. Complimenti Sir Stephen.
    A presto.

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  2. di sicuro questa Anna non sarà mai disoccupata

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  3. Disoccupata? No, anzi ... potrebbe fare un'ottima carriera ... ;-)

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