giovedì 18 ottobre 2012

Diario di una schiava - esperienze di una cagna

11 ottobre
Ordini e torture
Mi sono alzata presto, con il pensiero di mandare un sms di buongiorno a Lui. Come faccio ogni mattina.  Quindi gli ho scritto, mentre preparavo il primo caffè della giornata, la casa immersa ancora nel silenzio, buio fuori dalle finestre appena sporcato da una pallida luna che da' il cambio al sole.
Ho atteso con trepidazione una Sua risposta... non so mai quando potrà arrivare, e se arriva. Mi tiene in tensione sempre, continuamente. Non mi lascia mai rilassare. Il giorno prima ho avuto l’ordine di andar per campi a cercare delle ortiche, mi aveva proposto un nuovo giochino. E, sotto la pioggia battente, sono riuscita a trovarla, inzaccherandomi completamente, i capelli incollati al corpo. Sola in un prato sotto la pioggia, un sacchetto in mano e il cell nell’altra. Io, che alle urticanti sono allergica, e abbisogno di adrenalina se le struscio sulla pelle.
Adesso mi ha risposto, dopo poco che gli ho dato il buongiorno. 
 “Avvolgi la pallina nell’ortica e mettitela nella fica” ….
Ho paura dell’ortica, ma lo faccio. Prendo la pallina, quella con attaccato un cordoncino che pende tra le gambe, e avvolgo bene un rametto di ortica piena di fiori intorno. Chiudo gli occhi, mi siedo per terra. Mi faccio violenza e trattengo il respiro. Sono bagnata…. molto bagnata. Dalla paura, dal desiderio, dalla voglia che ho di soddisfarLo. La mano che la tiene già si arrossa, ma mi apro la fica con l’altra, rivelando carni morbide e turgide, il clitoride arrossato e gonfio, l’ano che si dilata dalla posizione che ho assunto, a gambe spalancate,  e infilo tutto dentro….


Potrei stare i piedi, appoggiata, in qualunque modo, ma il mio Signore pretende che mandi le foto ogni volta che eseguo un ordine, quindi sono chiusa in bagno, il cell pronto a fotografare, davanti a uno specchio. Lì per lì sento solo ruvido, e la pallina che appare più grande, con tutte quelle foglie. Ma dopo pochi secondi, non so ben distinguere il tempo che scorre, un forte prurito e una voglia incredibile di alzarmi e mettermi a correre mi prendono.. sento il fuoco, avvampo, spilli e bruciore che si propagano dalle grandi labbra fino dentro al corpo. Il secondo sms che mi ha mandato diceva che avrei dovuto massaggiarmela la fica, quando avessi infilato bene la pallina.. e ci provo, mentre scatto un paio di foto.
Gli scrivo, supplicandolo di farmi togliere questa tortura che mi brucia. Sono allergica alle piante urticanti, ma Lui non lo sa. E si arrabbia, perché ho tenuto nascosta questa cosa.  Tolgo con la punta delle dita la pallina ricoperta, l’ortica è completamente bagnata, mi è rimasto qualche pezzettino di foglie dentro, mi infilo la mano per prenderle tutte.. è calda e bagnata. Ho una gran voglia di godere, nonostante il bruciore.  Ma godere è un privilegio che mi è concesso molto raramente.. solo quando Lui è totalmente soddisfatto dei miei servigi, e  non l’ho fatto arrabbiare, solo allora, a volte, mi concede questo. Mi ordina di godere, dicendomi come e con cosa. Mi permette di masturbarmi.
Il mio Signore mi  scrive ancora
“ Fammi vedere come lecchi la tazza del cesso, cagna! Prima ci pisci sopra, e lecchi il tuo piscio! Subito!”  Mi precipito in bagno, di nuovo. Mi spoglio, piscio fuori dalla tazza, lo lecco e mi fotografo…. Ho sempre timore di non fare abbastanza bene… ho le tette gonfie e dure, ho voglia di Lui. I suoi insulti, le umiliazioni.. le parole crude con le quali mi ferisce fanno solo in modo che rimanga perennemente eccitata, un dolore sottile misto a piacere che rimane latente nel mio corpo di schiava. Ogni giorno è così, ogni ora mi sento sempre più sua, mi penetra la mente, scarta e distrugge tutto ciò che mi appartiene, brucia i miei pensieri per fare in modo che sia simile a Lui, lontanamente simile, ma sulla stessa lunghezza d’onda. Mi insegna a pensare in maniera totalmente diversa. Sono solo una stupida schiava, una cagna fedele e sottomessa, la Sua serva .. ma questo mi fa vivere. Consapevolmente e felicemente masochista per Lui.

E’ pomeriggio. Tra breve non potrò più sentirlo, lunghe ore senza i Suoi messaggi, fino a domani, se vorrà ancora sentirmi. Però mi scrive...
“ Mettiti una bottiglia nella fica e chiamami”  Rileggo il messaggio. Mi muovo per la casa, sono sola. Trovo una bottiglia da 75 cl di vino, vuota. Mi siedo per terra,  ne infilo  il collo dentro la fica. E’ fredda, mi sento gelare dentro. Lo chiamo. Ho il privilegio di sentire la Sua voce dopo dieci giorni. Mi ha ordinato questo, e io ubbidisco, come sempre. La voce del Padrone.. cosa c’è di più bello, rilassante, eccitante e meraviglioso per una cagna come me? Mi domanda se mi piace..
“Si Signore... mi fate scopare con una bottiglia... è la prima volta che lo faccio... è fredda..”
E Lui  “Sei contenta cagna? Sei contenta che il tuo Padrone pensa sempre a te e ti ordina cose nuove? E’ fredda? Leccala e succhiala dai.. fammi sentire come succhi” 
 Ha una voce calda e morbida, non potrei mai disubbidire, lo sento come se fosse accanto a me, le sue parole mi avvolgono tutta, e mi bagno, ancora e ancora di più. Lecco il collo della bottiglia, lo succhio, lo scaldo con le labbra.
“ Rimettitela dentro dai, muovila, su e giù... dai cagna “  E’ imperioso ora, sono ordini precisi.  sto per terra, il telefono all’orecchio, la mano che infila e spinge la bottiglia dentro la mia fica in fiamme….
“Adesso mettila in piedi, e siediti sopra. Cavalca la bottiglia, troia...“
E io deglutisco, sono sudata, ho caldo. La sistemo sul pavimento e mi siedo sopra, infilo il collo verde della bottiglia nella fica, e penetra a fondo, arrivo alla parte larga che quasi ci entrerebbe dentro, da come sono dilatata. Mi muovo sopra di essa, mi sollevo e riabbasso, la struscio sul clitoride fino a farmi male, e  ansimo al telefono con lui. Sento di avere la voce bassa e roca, tengo gli occhi chiusi, è più facile immaginarLo vicino cosi’.
“Godi cagna.. fammi sentere come godi, ti voglio sentire urlare” 
 Mi permette di godere, quindi. “Davvero Signore? Posso godere? Davvero”... 
Si cagna, ti voglio sentire, godi con la bottiglia”.
E mi lascio andare, mi sdraio per terra con la bottiglia dentro,  tra le cosce, mi ci struscio sopra come se fossero le Sue gambe, e subito sento che il piacere monta dentro di me, e spinge con violenza, esplode, godo per Lui e con Lui, fino a  che  non rimango senza fiato, ansimante.
 “Adesso leccala. Leccala e sputaci, e poi bevilo” 
 Mi siedo, intontita. Lecco e ci sputo sopra, faccio sentire il rumore attraverso il cell….
“Brava cagna.. ti è piaciuto? Adesso rimettila dentro e fai tante foto.. e me le mandi.. ciao Cagna.. ci sentiamo domani”  
 “ Arrivederci Padrone… grazie mio adorato Signore.. a domani”.
Mi alzo, e fotografo tutto. La fica che avvolge la bottiglia, la mia faccia da cagna in calore. Buonanotte Signore adorato.

1 commento:

  1. Il tuo stile di scrittura mi piace molto. Ma pensa a come sarebbe più godibile questo post, se fosse arricchito dalle foto di cui parli ...

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