sabato 4 settembre 2010

Rituali mattutini


 

 

Da quando F. ha accettato di diventare la mia cagna, svolge una vita molto regolare, che altre troverebbero noiosa. Di notte, dorme in una cella, nel sotterraneo della mia villa, su un pagliericcio. Non indossa altro che un collare, il simbolo della sua appartenenza.


Al mattino, scendo nel sotterraneo per liberare F., ispezionarla ed usarla. Lei mi accoglie festosa, si avvicina camminando carponi (nel sotterraneo, le è vietato stare in piedi) e lecca la punta del mio fallo, che le offro attraverso le sbarre della cella. Con questo gesto, ogni mattina mi dimostra il suo amore, il suo desiderio di essere mia. Ogni volta, F. sembra inebriarsi del mio odore.


Apro la cella di F., lei esce camminando carponi e sale su un tavolino largo e basso vicino alla cella. Si mette a quattro zampe, con le gambe ben divaricate in modo da esporre il sesso e l'ano, e resta immobile: è pronta per essere ispezionata. Le mie dita aprono il suo sesso, che di solito è già bagnato, e lo penetrano a fondo. Lei si offre in silenzio, aprendosi ancora di più ed agevolando i miei movimenti, per dimostrarmi di voler essere mia. Poi infilo un dito umido di saliva nell'ano di F., che lei apre docilmente per me. Penetro a fondo le sue due aperture con le dita, finchè non sono soddisfatto. Poi avvicino le dita alla bocca di F., e lei le succhia con dedizione.


Prima di risalire in casa per la colazione, lascio a F. una ciotola di latte e fiocchi d'avena, che lei lecca avidamente, senza usare le mani, come le ho insegnato. Dopo colazione, torno nello scantinato, per portarla al bagno del piano di sopra per i suoi bisogni. Ma prima, F. sa che dovrà soddisfarmi. Quando mi avvicino, ed offro il mio falloalla sua bocca, lei lo lecca avidamente, poi lo ingoia guaendo di gioia. L'ho addestrata a darmi il massimo del piacere. Dopo essermi scaricato nella sua bocca, le metto il guinzaglio e la conduco al piano di sopra, per fare i suoi bisogni.


 



 

F. mi segue docilmente, camminando a quattro zampe, ma di solito nei suoi movimenti c'è una certa urgenza: ha bisogno di svuotare la vescica. Quando arriva in bagno, F. si siede sul water con le gambe ben aperte, come le ho insegnato, in modo che il sesso suo sia ben visibile, e mi guarda ansiosa. Sa che deve aspettare il mio permesso prima di svuotare la vescica. Il mio pemesso non arriva mai subito. F. mi chiede ansiosamente: "Posso?" mentre io resto in silenzio, accarezzando il suo sesso. Posso sentire la sua vescica gonfia sotto le mie dita. Lascio passare qualche minuto, continuando ad accarezzarla, mentre F. continua a chiedermi "Posso?" con voce sempre più insistente e lamentosa. F. sa che, se dovesse cedere, sarebbe punita. Quando le dò il permesso di scaricarsi, posso percepire il sollievo nei suoi occhi dolci da cagnetta, che mi guardano con infinita gratitudine.


Ora siamo pronti per affrontare la giornata. Dopo una doccia, io mi reco al lavoro, mentre F. è libera di aggirarsi per la casa e per il giardino, in attesa del mio ritorno. Durante la giornata le telefonerò spesso, per darle istruzioni su come prepararsi per la serata, oppure per ordinarle di mostrarmi i dettagli più intimi del suo corpo, usando una delle tante webcam sparse per la casa.


 


 

 

Di solito, quando sono in ufficio, mi prendo sempre delle pause per ordinare a F. di mostrarmi il suo sesso, ben aperto, su una delle webcam. Ho sempre amato il colore rosato, madreperlaceo, delle sue piccole labbra, circondate da un morbido pelo castano, piacevolissimo da accarezzare. Davanti alla webcam, F. deve tenere le gambe aperte al massimo. Ogni volta che la guardo, la curva delle sue natiche è un nuovo, eccitante spettacolo di perfetta simmetria geometrica. Spesso, durante queste sessioni, vedo il sesso di F. aprirsi e inturgidirsi davanti alla webcam; soprattutto di sera, quando è più eccitata perchè sa che sto per tornare a casa ed usarla per il mio piacere.


 



 

Anche quando è sola in casa, prima di usare il bagno F. deve chiedermi il permesso. Dopo essersi seduta sul water, F. resta in attesa, mentre io controllo, con le webcam messe nel bagno, che le sue gambe siano ben aperte, che il suo sesso sia ben esposto. Solo quando sono soddisfatto, dò a F. il permesso di svuotarsi. Di solito questa procedura la eccita, come la eccita il fatto di dover svuotare la sua vescica sotto i miei occhi. Prima di darle il permesso, mi godo sempre per qualche minuto sulla webcam l'eccitante spettacolo della fichetta morbida, aperta, della mia cagnetta. Di quella peluria castana, sottile, morbidissima, che solo io posso accarezzare. Tutte le volte, quando finalmente ha avuto il permesso di svuotarsi, posso vedere sulla webcam gli occhi dolci della mia cagnetta che mi guardano con infinita gratitudine.


 


NdA. Le fantasie erotiche esposte in questo racconto sono proprietà privata di Mademoiselle F.

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Oltre il delta di Venere by S. Naporaz is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.

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