domenica 3 ottobre 2010

Atani Bosa. Il mio gioco





Una donna mi ha scritto per dirmi che le piace il mio modo di scrivere. Il suo nome è "Atani Bosa", che, in arabo, vuol dire "un bacio".

Anche Atani Bosa è d'accordo con altre donne sul fatto che il mio linguaggio è troppo crudo, troppo scarno. E' un linguaggio troppo maschile. Una donna non scriverebbe mai così: oltre ai fatti, una donna descriverebbe i suoi desideri, le sue sensazioni ...

Io e Atani Bosa non ci siamo mai incontrati, probabilmente non ci incontreremo mai. Ma lei sembra amare il mio linguaggio scarno, povero ... percepisce in me una tristezza, un vuoto, che lei desidera riempire con le sue parole, con i suoi pensieri ...  molte donne commettono questo errore: si innamorano di uomini tristi, vuoti, e cercano di redimerli, di salvarli con la bellezza della loro ricchezza interiore, con  la forza della loro sensualità ...

Atani Bosa mi ha scritto ciò che lei sente quando si offre all'uomo che ama.

Mi piace l'ansia dell'attesa, chiudere gli occhi e con il pensiero seguire le mani che mi cercano, il mio corpo si muove e i miei sensi amplificano tutto il desiderio ...


mi perdo in qualcosa più grande di me ... leggera lascio che mi domini com'è nella sua fantasia e desiderio ... senza premonizione, senza un perchè ...


morbida mi abbandono a quanto mi da nel desiderarmi desiderandolo ... un solo pensiero essere sua nella forma che mi completa insieme a lui ...


Le parole di Atani Bosa sono preziose, perchè descrivono ciò che manca nei miei racconti. Il vuoto che le donne che mi leggono sentono nelle mie parole, e riempiono con le loro fantasie.

Quando ho chiesto ad Atani Bosa se qualche volta si eccita leggendo i miei racconti, lei mi ha risposto con queste parole, in cui si percepisce tutta la potenza dell'eros femminile:

non c'è un tempo per le mie maree, un solo pensiero basta ad accendermi, e poi abbandonarmi alla copiosità di quanto si prepara...


ti leggo e ricordo, attimi ed episodi che mi appartengono ...


Atani Bosa mi ha anche donato la bozza di un suo breve racconto, che riporto qui di seguito.




Atani Bosa. Il mio gioco.


lo accolgo bendata, e nuda. sento solo il respiro che mi guida ad allontanarmi perchè godo per l'attesa ... mi sfiora senza toccarmi e io già bagnata e eccitata al pensiero di cosa desidera, perchè lo so, eccome se lo so.


so che mi avrà quando deciderà, inizio a toccarmi come se leggessi i suoi occhi, il suo respiro mi da il ritmo, respiro con lui e le mie mani sono i suoi occhi ... la sua bocca, mi inginocchio con le mani nel mio sesso, mi apro tutta perchè so che sono sua, accovacciata tiro un sospiro ... è in me.


è delizia il fremito che mi scuote nell'attesa del mio padrone ... implacabile e infedele mi smorza ogni respiro, accarezzo il mio sesso per placare la sua timidezza, e sussurrandole quanto, al dolore della presa vigorosa segue il piacere infinito di essere posseduta ...

 

desiderami ogni volta come in una nuova dimensione, non guardarmi con gli stessi occhi dell'attimo prima, cambio ad ogni spinta ... cambio ad ogni gemito ... sono solo tua nell'immaginario che ti è fedele ...

 

 




E' inutile nascondere quanto sono affascinato da queste parole, apparentemente scritte di getto, e dalla profonda cultura letteraria che esse nascondono. Due particolari mi hanno colpito: il bellissimo modo in cui Atani Bosa si rivolge al suo sesso, parlandogli come a una donna da rassicurare, ed il modo in cui descrive il suo essere una donna diversa a ogni gemito, a ogni spinta ... attimo per attimo,  una donna diversa da godere e da conquistare ...


(Testi di Atani Bosa)

 

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