lunedì 15 novembre 2010

Histoire d'O

Histoire d'O



(L’amore crea dipendenza)



“O ascoltava e tremava di felicità, perché lo amava”.

“Vorrei punirmi per essere stata felice prima di incontrarti”



“Histoire d’O” venne pubblicato nel 1954 a firma Pauline Réage, scatenando reazioni scomposte nella società dell’epoca. Il libro fu messo al bando in Francia, riemerse successivamente in America, per placare la tensione sociale dei gruppi femministi.

La scrittrice si rivelava essere una perfetta sconosciuta pronta a regalare un libro che sa restare intatto nello scrigno segreto di una donna e nella mente di ogni uomo che ne sfoglia avidamente le pagine.

Si scatenarono anatemi e polemiche su quelle che furono, e sono ancora oggi, pagine cariche di un “qualcosa” che non si era mai letto prima. Non era l’uomo a confessare di avventure galanti, di sogni e di illusioni amorose, ma una donna che confessava la felicità della schiavitù, così come scriveva Jaen Paulhan, nella prefazione del libro.

“Finalmente una donna che lo confessa! Cosa confessa? Quel che le donne non hanno mai ammesso, oggi più che mai. Quello che gli uomini hanno sempre rimproverato loro: che sono schiave dei loro istinti; che in loro tutto è sesso, anche lo spirito” (J.Paulhane).

Si credeva che l’Autrice in realtà fosse lo stesso Paulhane, o che lo stesso si fosse fatto aiutare da una donna per descrivere arguzie sensoriali che solo il genere femminile poteva carpire. Illazioni e depistaggi che lasciarono il romanzo avvolto nel mistero.

L’idea di partenza era la creazione letteraria di un personaggio assimilata alla Justine di De Sade, ma con l’espressività di una felicità interiore per il totale annullamento fisico e morale, non di un uomo in particolare come destinatario identificato di un sentimento assoluto, ma dell’idea stessa dell’amore.

Il sadomasochismo nella forma più spietata e iperrealista che poteva essere narrata emerge in tutta la sua nitidezza, senza lasciar spazio alcuno all’immaginazione. Già il fatto che la protagonista venga chiamata solo con l’iniziale del suo nome “O” fa ben capire quale sia l’annientamento della sua personalità, assolutamente voluto, assolutamente desiderato. Una donna pronta a disconoscere anche la sua identità anagrafica e, quindi ogni dignità e diritto, è pronta a qualsiasi cosa, senza rendersi conto dell’abisso a cui è destinata.



Histoire d'O (versione a fumetti di Guido Crepax)


Il lettore che si accosta all’Histoire d’O rimane irretito da questa donna che, da classica innamorata, si muove con leggiadria dando tutto di sé, e lo fa con una serenità ed un amore spiazzante. In parallelo, ma solo se la mente vuole soffermarsi, emergono, con crudezza di particolari, le descrizioni erotiche e quelle più brutali dell’abbattimento fisico. Ciò che si delinea, in una sfumatura di dolcezza, è l’analisi del suo annichilimento voluto, cercato e accettato con amore.

“O” è quasi infelice, al limite della disperazione, quando non riceve il trattamento di punizione perpetua, tentando addirittura vane disubbidienze per ottenere ciò a cui aspira il suo essere.

“O” è una fotografa di moda che viene portata dal suo amante, Reneè, nella Villa di Roissy, luogo in cui le donne vengono istruite all’assoluta dedizione e ubbidienza.

“Tu sei soltanto colei che offro”, le dice prima di lasciarla sulla porta.



Je vous aime (Histoire d'O, versione a fumetti di Crepax)



Un addestramento fatto di torture e di sevizie l’attenderanno oltre quelle mura dorate. Lei accetta tutto senza lasciare traccia di dolore a chi la osserva tra le pagine del libro. Il dolore fisico, al contrario, la illumina e la innalza agli occhi dell’amato. I momenti di tenerezza sono infiniti. Lei ha una dedizione assoluta. Tanto che accetterà di essere ceduta ad un altro uomo, l’algido e spietato Sir Stephen.


“O era impietrita sul sofà come una farfalla infilzata ad uno spillo, un lungo spillo fatto di parole e di sguardi che le trapassavano il centro del corpo e le premevano le reni nude e vigili contro la seta tiepida. Non sapeva dove fossero i suoi seni, né la sua nuca, né le sue mani. La cosa più difficile era semplicemente parlare. Le labbra le bruciavano e la bocca era arsa, un’angoscia fatta di paura e di desiderio le serrava la gola, e le sue mani ritrovate erano fredde e madide. Se almeno avesse potuto chiudere gli occhi. No, non poteva. Due sguardi davano la caccia al suo, sguardi a cui non poteva – né voleva – sfuggire. Essi l’attiravano verso ciò che credeva di aver lasciato per sempre, a Roissy”.



O e Sir Stephen (versione a fumetti di Guido Crepax)



Con questo suo nuovo padrone “O” raggiunge la vetta più alta dell’annullamento. L’ardore e la passione per la violenza fisica e morale (caratteristica che mancava in Reneè) di quest’uomo la spingeranno a gesti che lasciano senza fiato. Come si fa con gli animali di proprietà, le verranno applicati degli anelli speciali e, quindi, verrà marchiata a fuoco nell’estasi finale del suo amore.



Il simbolo del possesso (da Histoire d'O, versione a fumetti di Crepax)



Marchiata a fuoco con le iniziali di Sir Stephen (da Histoire d'O, versione a fumetti di Crepax)


O otterrà quello che il suo essere desidera attraverso la totale ubbidienza, in una prova infinita di perversione. Sir Stephen, così glaciale, finirà per essere sconfitto totalmente, e da questo suo indebolimento nascerà l’amore.

Solo in quel momento “O” potrà mutarsi in carnefice dei suoi amanti, uomini o donne che siano, e noi assistere alla liberazione morale di una donna che ama come poche potrebbero accettare di fare, indipendentemente dai metodi utilizzati per dimostrarlo.

Ecco cos’è questo libro. Una lettura scioccante dell’abbattimento di ogni sua difesa fisica e morale; una nudità assoluta del corpo e dell’animo che nulla deve nascondere al suo amore; una freschezza di sentimenti che suscitano non pietà, ma solidarietà.



O a Roissy (da Histoire d'O, versione a fumetti di Guido Crepax)



“Prima di te non sapevo cosa significasse amare”




Corinne Clery nel film Histoire d'O



E' stato tratto da questa storia l’omonimo film del 1975 di Just Jaeckin con Corinne Clery nella parte di “O”.

“Se c’è una parola che mi pervade l’animo quando penso ad O, questa è pudore. Sarebbe troppo arduo motivarla. E’ quel vento che corre incessante, che attraversa tutte le stanze. Così soffia anche in O uno spirito, non saprei dir quale, sempre puro e violento, senza tregua, senza ombre. Uno spirito decisivo, che nulla può turbare, né i sospiri, né gli orrori, né l’estasi, né la nausea”. J.Paulhan.





Immagini tratte da Histoire d'O di Guido Crepax

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